Solo a pronunciarla la parola incute
disagio, paura persino terrore, ma gli oltre 63 mila pazienti che con questa
malattia hanno imparato a farci i conti, temono più che la malattia la
possibilità che contro di essa non esistano soluzioni, ma forse ancora per
poco, visto che a parere degli studiosi, a quel tanto che già adesso si sta già
facendo per fronteggiare la maculopatia, più nota come degenerazione maculare
senile, affrancandosi in qualche modo dai danni della patologia, rallentandone
il decorso, in qualche caso fino a bloccarla, domani di dovrebbe poter giungere
alla cura definitiva del problema. Ci sperano anche i 91 mila pazienti che ogni
anno si ammalano della grave malattia oculistica.
L’età di insorgenza della patologia
solitamente è poco oltre i 55 anni riferita ad uno o entrambi gli occhi. Nei
fatti il paziente perde progressivamente la vista nella zona centrale
dell’occhio, limitandola solo alla periferia, col risultato che guardando un
oggetto è possibile scorgerlo solo nei contorni, venendo a mancare l’intera
area centrale dell’oggetto stesso.
Le
due forme di maculopatia
Due sono le forme della malattia, la secca
e la umida o emorragica. In quest’ultimo caso si assiste ad una crescita
anomala dei vasi sanguigni che rigonfiano il tessuto vascolare che nutre i
sottostanti di ossigeno e sostanze nutritive. Tale struttura specializzata si
chiama coroide. Quando la coriode aumenta di volume, si può assistere ad una
visione anomale come quella descritta, fino alla cecità nella zona centrale
della visione per effetto della rottura dei vasi che compongono il tessuto e
relativo versamento di sangue e siero nella retina. Nella forma secca il
decorso, pur se inesorabile, è più lento.
Le
cure in atto
A seconda della forma cui sia andato
incontro il paziente, anche il trattamento sarà duplice. Nella forma secca al
paziente viene consigliata una cura, a stretto controllo medico, a base di
integratori che contengano vitamina C, E, Betacarotene e zinco. Anche l’impiego
di sostanze antiossidanti pare stia dando buoni risultati. Ma tale cura è
destinata soltanto a rallentare il decorso della patologia. A breve dovrebbero
entrare in uso sostanze che provvedono ad arrestare l’immancabile infiammazione
che deriva dalla malattia. E’ importante sottolineare che chi si
ammala della patologia nella forma peggiore, ovvero quella umida, deve immediatamente
recarsi da uno specialista oculistica, ciò in quanto in meno di un anno
rischierebbe di perdere del tutto la visione centrale. Oggi oltre al laser si
usano farmaci che agiscono con una certa efficacia solamente se la terapia è
iniziata in tempo ottenendo una stabilizzazione dei sintomi nel 94% dei casi ed
un miglioramento della visione nel 30% dei casi. Tali farmaci interagiscono sul
segnale che le cellule si inviano e che sono responsabili di iperalimentare i
vasi sanguigni facendoli scoppiare. Uno dei farmaci utilizzati per tale scopo e
che offre buone probabilità di intervento sulla malattia, è l’Avastin, un
antitumorale usato contro le metastasi nel tumore al colon retto e che si è
dimostrato efficace anche contro la maculopatia. La scoperta dell’efficacia
della molecola è stata casuale, avendo constatato che quei pazienti affetti
dalla neoplasia miglioravano la situazione clinica riferita alla maculopatia se
ammalati anche a causa di questa patologia. A tale farmaco se ne sono aggiunti
degli altri col risultato che è possibile affermare oggi che su 716 pazienti
trattati, il 95% ha ottenuto un miglioramento del visus o comunque per lo meno
non è peggiorato la situazione clinica.
Cosa ci riserva il futuro
Ma sarà il futuro prossimo ad offrire le
migliori prospettive di cure per questi pazienti.Infatti domani sarà possibile
impiegare gli stessi farmaci utilizzati fino adesso, sia pure perfezionati
mediante microcapsule da iniettarsi nel bulbo oculare a lento rilascio. La
possibilità di perfezionare il tutto nel tempo renderà efficace la stessa
somministrazione anche su pazienti diabetici affetti da edema maculare.
Più in là nel tempo invece, si parla di un
lasso di tempo non superiore ai cinque anni, la soluzione al problema sarà
definitiva, mediante l’impianto di cellule staminali embrionali in luogo delle
cellule danneggiate dalla maculopatia. Resta il dramma attuale per quei pazienti,
se ne contano oltre 15 su cento malati, che non ottengono risultati positivi
con gli attuali farmaci. Per questi rimane il ricorso a quei centri
specializzati in grado di sviluppare la visione periferica con gli strumenti
adeguati di cui oggi si dispone. A tali centri specializzati si aggiungono
strumenti ottici che offrono la possibilità ai malati di vedere ad esempio la TV , cui si aggiungono speciali
occhiali prismatici per leggere.
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