Per chi soffre di riniti allergiche o
malattie da raffreddamento i decongestionanti nasali divengono veri e propri
toccasana, resta però il fatto che parliamo di farmaci e, anche se venduti come
prodotti da banco, in alcuni casi come farmaci di Fascia C, presentano i loro
limiti, che non sono di poco conto, rappresentati dagli effetti collaterali e
dalle interazioni con altre sostanze farmacologiche. Ne deriva che a prescriverli dovrebbe
anche in questo caso essere il medico, ma si sa, chi ha la spiacevole sensazione
di naso chiuso finisce con il consultarsi con il vicino di casa, con il parente
che usa un decongestionante nasale o al massimo col farmacista, ma chiedere
consigli al medico per l’utilizzo o meno di queste sostanze pare del tutto superfluo. A complicare il tutto ci si mette anche una pubblicità che in
qualche periodo dell’anno diviene martellante e il risultato è che si
acquistano decongestionanti nasali come fossero caramelle per l’alito.
Eppure questi farmaci hanno potenti
principi attivi che agiscono in maniera diversa a seconda della sostanza presa
in esame, di norma capace di agire come un vasocostrittore a livello di quei
vasi sanguigni che a causa di fenomeni irritativi, raffreddore, riniti
allergiche e quant’altro, si dilatano ostruendo il passaggio dell’aria, rendendo
la respirazione difficoltosa, per non contare l’evidenza del fatto che il
paziente, costretto a respirare con la bocca, finirà per esporsi al rischio di
altre infezioni orali,come questa, clicca
qui. Da questa semplice osservazione si
capisce bene che i decongestionanti nasali hanno eccome la loro ragion
d’essere, visto che di fronte alle patologie citate liberano il paziente per
molte ore al giorno dai sintomi peggiori annessi alle riniti grazie a molecole
quali l’ossimetazolina, la xylometazolina, tanto per citare quelle che ci
vengono per prima in mente, ma ne esistono tante altre. Così come c’è anche da
ricordare che esistono preparati da somministrarsi da soli o associati a
farmaci quali i corticosteroidi nel caso si faccia riferimento a patologie più specifiche, che impiegate da due
a tre, quattro volte al giorno, riducono il sintomo.
Ma se dunque i decongestionanti nasali
sembrano offrire una soluzione al problema senza troppi sforzi, perché tanta precauzioni nell’assumerli? Perché spesso proprio tale vasocostrizione ha
effetti sistemici sull’organismo, perché causa di per sé di una lieve
ipertensione arteriosa, già nei soggetti sani, ma in quelli già affetti da
questa condizione clinica e, per di più, in cura per questo, l’ipertensione che
si determina è tutt’altro che insignificante, potendosi assistere, talora, a
vere e proprie crisi ipertensive in questi pazienti. Alla lunga, inoltre, tali
preparati possono provocare gradi diversi di assuefazione che, nello specifico,
determinano nel paziente che li assume una sorta di dipendenza al punto che
quando non assunti il paziente riferisce di non riuscire a respirare bene. Non
mancano infine casi in cui si è palesato un danno alle ciglia del tappeto
nasale che hanno richiesto l’allontanamento del farmaco e l’istituzione di una
terapia adeguata.
Per evitare, dunque, che col tempo ci
si abitui a curare il sintomo e non la causa che l’abbia originato, così come
al fine di escludere eventuali problemi annessi all’uso di queste sostanze,
l’invito è sempre quello, parlare col medico sull’opportunità di ricorrere al
decongestionante nasale lasciando al curante la scelta della molecola ritenuta
più adatta per il nostro inconveniente.
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