Fare la pipi a letto per un bambino è
un fatto molto meno raro di quanto si possa ragionevolmente pensare. La forma
clinica che individua tale disturbo si chiama in medicina enuresi e quel che
occorre anche dire è che il fenomeno talora è riscontrabile anche nel bambino
da sveglio e non solo. L’enuresi si suole distinguerla in due forme, la
primaria e la secondaria, la primaria quando il piccolo fa la pipi nel letto
perché non ha ancora imparato a gestire gli sfinteri, cosa che accadrà quando
sarà più grandicello, la seconda, quando il bambino, pur avendo imparato che la
pipi si fa nel vasino, continua a farla a letto senza che se ne accorga.
Un tempo, errando, si mortificava il
bambino che aveva fatto la pipi a letto. Oggi si procede in ben altra maniera
indagando su quelle difficoltà di ordine psicologico senza trascurare eventuali
origini organiche del disturbo che sono competenza del medico pediatra, ergo,
di fronte ad un disturbo del genere, occorre indagare senza minimizzare il
problema.
Le cause dell’enuresi
Importante osservare eventuali cause
organiche alla base del disturbo. Spesso tali cause sono del tutto
asintomatiche perché, da una parte potrebbero non palesarsi come veri e propri
fastidi per il bambino, oppure, il bambino non sa esprimere il disagio. Fra
queste cause, impossibili non citare le infezioni delle basse e alte vie
urinarie, così’ importante è parimenti verificare l’eventuale possibilità di un
diabete di cui sia affetto il piccolo, in questo caso, oltretutto nel piccolo
paziente si constata anche una maggiore quantità di urina da emettere
soprattutto nelle ore notturne. Infine, occhio alle malformazioni congenite, in
grado anche da sole, di manifestare il disturbo. Così come spesso eventuali
disordini ormonali del maschietto o della femminuccia, possono determinare
enuresi, fino alle possibili patologie neurologiche che spesso si evidenziano
anche con altre patologie correlate.
Le origini di natura psicologica
La possibilità che dietro il disturbo
si celi anche un’origine psicologica del problema, indurrà il medico ad
intervenire sul disturbo di concerto con lo psicoterapeuta che indagherà sul
breve vissuto del bambino, sulla sua contingenza vissuta e, per farlo, si
avvarrà anche dell’apporto dei genitori. Sovente, fattori interfamiliari
intervengono sullo stato emotivo del bambino, pensiamo alla eventuale
separazione dei genitori, alle tensione in casa, alle liti, compresa la nascita di fratellini, tutti motivi che,
isolati o no, a volte rappresentano quegli elementi atti a slatentizzare una situazione, spesso organica, al punto da
palesarne l’eventuale patologia.
Curare l’enuresi anche con i farmaci e
non
Uno dei trattamenti non farmacologici
da mettere in atto nella cura dell’enuresi è rappresentata dall’educazione al
controllo degli sfinteri, trattamento questo di norma affidato allo psicologo.
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