martedì 29 maggio 2012

Tumore al polmone: esistono farmaci che lo provocano?


Esiste una relazione fra il tumore al polmone e l’uso di due classi di farmaci, per lo più utilizzati per tenere a bada la pressione arteriosa alta, quali sono gli Ace inibitori e betablocanti del recettore dell’angiotensina II quali sono i sartani?

Sono stati fatti diversi studi che, però, finiscono per non approdare a nessuna certezza o quasi. Ultimamente però, un recentissimo studio scientifico avrebbe associato l’aumento del carcinoma polmonare per quei pazienti, fumatori, che per un anno di fila avevano assunto i farmaci di cui sopra.

Il dubbio sulla nocività a carico di bronchi e polmoni esposti maggiormente a rischio neoplasia, risale allo scorso anno, quando ricercatori statunitensi avevano pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Oncology i risultati di un lavoro scientifico che dimostrava come il pericolo di tumore al polmone fosse aumentato in quei pazienti che facevano uso di sartani. A questo studio se ne aggiungeva un altro, sempre statunitense, che includeva in analogo rischio anche l’altra classe di farmaci quali gli Ace Inibitori.

Solo nel giugno scorso, la FDA (Food and Drug Administration) ha escluso che sia i sartani che gli Ace inibitori non fossero coinvolti nel tumore polmonare. Toccava all’Agenzia Europea per i medicinali dire la sua, cosa che però non è mai avvenuta.

Dunque, finalmente si sarebbe fatta chiarezza sul problema? Non ancora, almeno da quando un  nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Transplantation da Gerhard Opelz e Bernd Döhler dell’University of Heidelberg in Germania, ha evidenziato che un danno pregresso alle vie respiratorie, a causa dell’abitudine al fumo, può facilitare un effetto pro-maligno degli Ace inibitori o dei sartani. Tale studio prende avvio dall’osservazione avvenuta su pazienti trapiantati di organo, ritenuti i più adatti per poter addivenire ad una conclusione certa. Dunque, si sono raccolti i dati sui trapianti di organi solidi effettuati in più di 400 Centri di trapianto nel mondo. Il motivo per cui i pazienti trapiantati risultano i più adatti ai fini del rilevamento di un’eventuale maggiore rischio cancro dopo utilizzo di farmaci, è dovuto alla constatazione che le terapie immunosoppressive cui sono sottoposti questi malati, ai fini della prevenzione del rigetto, espongono maggiormente a rischio cancro queste persone.

Si è dunque proceduto allo studio esaminando quanto accaduto a una popolazione rappresentata da 24.090 pazienti adulti che avevano subito un trapianto di reni. Di questo gruppo di persone, si è estrapolato il 38% della popolazione, ovvero, 9.079 malati che facevano uso di Ace Inibitori o sartani. Al contempo si è cercato di appurare quanti di questi malati fossero fumatori, stabilendo che lo erano circa 12.600 malati, pari alla metà della popolazione presa in esame.

Il risultato è stato che, l’abitudine al fumo aumenta il rischio di cancro e fin qui, nessuna novità particolare rispetto a quanto già si conosceva al riguardo. A questo punto, nel gruppo di pazienti in esame si è osservato che di questi, 872 malati ha presentato a due anni e otto anni dal trapianto, un tumore maligno non cutaneo e di questi 107 tumori erano a carico delle vie respiratorie o erano tumori toracici in genere.

E in tutto questo, che ne è stato della ricerca sui farmaci antipertensivi (Ace inibitori o sartani)? La conclusione che parrebbe adesso definitiva sarebbe che, in pazienti non fumatori, non vi sarebbe alcuna maggiore incidenza di tumori dopo utilizzo di questi farmaci anche per periodi più o meno lunghi nel tempo. La cosa cambia per i pazienti fumatori, che rischierebbero due volte e mezzo in più un possibile cancro al polmone dopo utilizzo di farmaci antipertensivi come quelli più volte citati, rispetto a quegli altri pazienti che pure fanno analoghe terapie contro la pressione arteriosa alta, ma che non fumano.

Fonte: American Journal of Transplantation, 2011 - Cardio2011 Onco2011 Nefro2011 Farma2011

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