Fa
meno paura di un tempo il carcinoma mammario, il tumore al seno che rappresenta
per le donne un vero spauracchio. Il motivo per il quale tale grave neoplasia
suscita meno preoccupazione sta nel fatto che oggi, molto più di un tempo,
grazie allo screening, alla terapia adiuvante dopo l’ intervento, alla
tipizzazione biologica della neoplasia fino all’utilizzo di nuovi farmaci,
hanno reso le probabilità di cura e relativa guarigione del tumore del 90%.
Un
traguardo importantissimo, come rilevato a Modena all'International breast
cancer conference, un incontro che ha riunito nella città emiliana qualcosa
come 250 esperti che, coralmente, hanno affermato che, di fronte a tali
conquiste della moderna medicina, oggi di tumore al seno si guarisce nove volte
su dieci.
Nelle
giornate di studio si è anche stigmatizzato il fatto che in Italia, a fronte dei 40mila nuovi casi, si
verificano 11mila decessi, con una tendenza in calo di quest'ultimi. «Oggi la
probabilità di guarire per una donna, a cui venga diagnosticato il carcinomadella mammella, supera oramai il 90%» puntualizza Pier Franco Conte, del
Dipartimento integrato di oncologia e ematologia . Gli esperti hanno
sottolineato che i dati vanno letti tenendo conto del fatto che sono in
crescita i casi nelle donne molto giovani e in quelle che superano i 65 anni di
età, questo a causa dell'aumento della vita media, e della non trascurabile
casistica che interessa il genere maschile.
Grande
attenzione è stata data dagli studiosi alla diagnosi precoce mediante screening
mammografico, anche tenuto conto del fatto che oggi si propende per attuarlo
nelle donne che abbiano una fascia di età compresa fra 45 e 69 anni, così come
si è sempre di più rivelata importante la risonanza magnetica in quelle donne
giovani ma rischio carcinoma ereditario.
«Si
tratta di una tecnica di imaging che rileva lesioni molto piccole che sfuggono
alla mammografia, ma non va usato come esame diagnostico di routine, perchè si
rischia un eccesso di chirurgia più invasiva. Mentre oggi i trattamenti
chirurgici tendono a essere sempre più ridotti» ha commentato Conte. Un altro
aspetto su cui si è aperto il confronto è il problema dei piccoli studi: «Le
alterazioni genetiche specifiche, che caratterizzano alcuni sottotipi di tumore
spiegano perchè ogni tipo di tumore si comporta in modo diverso e con una
diversa aggressività. E spiega anche la differenza di efficacia dei farmaci:
ogni sottotipo ha una diversa sensibilità alle terapie ormonali o con farmaci
molecolari o alla chemioterapia. Ma questo significa trovarsi di fronte a tante
patologie diverse che a loro volta sono rare poiché riguardano una piccola
parte, 1-2%, delle pazienti» ha spiegato l'esperto «e questo crea un problema
sulla sperimentazione in piccoli campioni che mancano di forza statistica
secondo gli attuali parametri. La difficoltà si riflette anche, a livello
regolatorio, nelle decisioni sulla rimborsabilità».
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