Morbo di Parkinson: scoperta nuova forma


Può un nutriente come il manganese, necessario nel metabolismo di proteine e zuccheri e dunque partecipare alla giusta formazione di ossa e muscoli, provocare una particolare forma di Parkinson?I ricercatori ne sarebbero convinti, senza per questo criminalizzare questo metallo che si ricava da molti cibi, dalla frutta fresca a quella secca,dalla verdura a foglia verde fino al tè e, poiché il manganese è presente in larga parte degli enzimi del nostro organismo, la sua presenza risulta fondamentale per il buon funzionamento degli ormoni, del sistema immunitario oltre a partecipare alla corretta formazione del sangue.
Tuttavia, in soggetti che per lavoro vengono continuamente a contatto con particolari sostanze chimiche o raffinano proprio il manganese stesso, sono stati osservati disturbi neurologici assimilabili al Morbo di Parkinson.
Ma la notizia oggi è anche un’altra, ovvero, che casi di Morbo di Parkinson si sono osservati anche in persone che non provvedevano all’estrazione del metallo, segno evidente che si può incorrere in una patologia assimilabile al Parkinson, tanto da definirla una nuova forma di Parkinson, quando il manganese in eccesso nel nostro organismo non si riesce ad espellerlo naturalmente.
Brevementi ricordiamo che il manganese ha un ruolo mfondamentale in molti processi fisiologici che avvengono nel nostro corpo, pensiamo al mantenimento delle ossa e della loro struttura, al metabolismo energetico, oltre al fatto che questo elemento chimico (MN) è indispensabile per la formazione dei tessuti connettivi. L'eccesso di manganese, come vedremo, ha diversi riverberi sul nostro organismo e non solo nell'esordio, almeno seguendo questa scoperta, del Parkinson, ma anche di processi di infiammazione in diversi distretti del corpo. 

Ad esempio, l'eccesso di manganese, specialmente quando è cronico, può scatenare e contribuire a uno stato di infiammazione sistemica, non limitata solo al sistema nervoso centrale.

Il meccanismo principale è legato allo stress ossidativo. Quando c'è troppo manganese nel corpo, le cellule producono un eccesso di radicali liberi, che sono molecole instabili che danneggiano i tessuti. Questo danno cellulare è il segnale che il sistema immunitario interpreta come una minaccia, e di conseguenza avvia una risposta infiammatoria.

I principali "distretti" in cui questo processo si manifesta sono:

  • Il Sistema Nervoso Centrale: L'infiammazione è uno dei fattori che contribuisce al danno neuronale, specialmente nei gangli della base, che porta ai sintomi del parkinsonismo. Pensiamo al nostro cervello che, sia pure meravigliosamente perfetto è anche delicato. 

  • Il Fegato: Essendo l'organo principale che metabolizza ed espelle i metalli pesanti, il fegato è particolarmente vulnerabile. Un eccesso di manganese può causare infiammazione epatica e, nel tempo, danni al fegato.

  • Il Sistema Immunitario: L'eccesso di manganese può alterare la funzione dei macrofagi e di altre cellule immunitarie, portando a una risposta infiammatoria non regolata.

Ad addivenire a questa conclusione sono stati ricercatori del policlinico universitario del Santa Maria alle Scotte di Siena. La novità si deve allo studio realizzato dall'équipe di ricercatori coordinati dal professor Antonio Federico, direttore della Clinica neurologica e malattie neurometaboliche del policlinico senese, in collaborazione con specialisti dell'Università di Rotterdam. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica "American Journal of Human Genetics".

Secondo gli scienziati l’eccesso di manganese è dovuto all’impossibilità dell’organismo di far fuori le quantità del metallo che non servono, in questo modo producendone l’accumulo. La ragione di tutto ciò potrebbe essere individuata in una causa genetica. "Abbiamo scoperto questa nuova forma", ha spiegato il professor Federico, "in due fratelli, in cui è stato evidenziato un eccesso di manganese secondario a una mutazione di una proteina responsabile del trasporto del manganese, sostanza essenziale a numerosi processi metabolici, ma che può diventare tossica in quantità eccessiva".

Entrambi i fratelli sui quali si sono concentrati i ricercatori, erano soggetti adulti affetti da parkinsonismo e distonia, e successivamente ha interessato anche alcuni componenti di una famiglia olandese. "Il passo successivo alla scoperta", ha detto ancora il professor Federico, "è stata la messa a punto di una terapia capace di eliminare il manganese in eccesso e che ha determinato un notevole miglioramento della sintomatologia clinica della malattia".

Commenti