sabato 4 marzo 2023

Morbo di Parkinson: due vitamine lo contrasterebbero e non solo

 


Si fa sempre più strada l’idea che l'uso delle vitamine sia efficace nel contrasto di malattie importanti, addirittura inguaribili e scarsamente curabili. Parliamo della vitamina C e della vitamina E nel prevenire malattie neurodegenerative quali il Morbo di Parkinson.

Negli studi che sono seguiti a tale evidenza si è anche voluto vedere se l’alimentazione a base di albicocca, melone, carota, zucca, patata dolce, kaki, arance, ma anche peperoni rossi, pomodori, anguria e verdure a foglia verde come spinaci, bietole, crescione, cicoria, lattuga, verza e broccoli, solo per citare i più diffusi che sono più ricchi di beta-carotene alimentare avesse o meno effetto nella prevenzione della grave malattia, ma si è visto che non ha sortito nessun effetto sul Parkinson.

Invece, le vitamine C ed E non solo parrebbero indicate nel contrasto di questa grave malattia neurodegenerativa, ma addirittura a questi risultati si perverrebbe senza integrazione di vitamine mediante preparati che le contengono, ad esempio integratori o preparati farmaceutici, ma addirittura predilegendo cibi che di queste vitamine ne sono ricchi.

Alimenti ad alto contenuto di vitamina E

La frutta ricoperta di guscio, generalmente è ricca di vitamina E, ricordiamo noci, mandorle, nocciole, arachidi, così come tutti i frutti oleosi. Altre fonti importanti di vitamina E sono tutti gli oli vegetali: di girasole, extravergine d’oliva, di germe di grano, di mais, di nocciola. Più comunemente usati per cucinare, ma se questi oli sono consumati a crudo l’apporto di questa vitamina è massimo. Altro apporto puo’ venirci dai cereali integrali, il grano ad esempio, uova, pomodori, spinaci, broccoli, stessa cosa.

La fonte dove trarre vitamina C

Per quanto riguarda la vitamina C bisogna ricordare che questa vitamina si reperta solo negli alimenti vegetali. Un esempio, l’acido ascorbico, altro nome della vitamina C, per l’uomo è essenziale e va introdotta dall’esterno altri mammiferi, la producono dal proprio metabolismo per cui in condizioni di normalità non è necessario integrarla. Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono agrumi, pomodori, peperoni, frutti di bosco, kiwi, verdura verde e la verdura della famiglia del cavolo.



Foto Smartfood


Detto questo occorre precisare che l’integrazione di queste vitamine con la dieta non cura il Parkinson in chi si è già ammalato, ma parrebbe prevenirlo, sopratutto nei soggetti predisposti da un’anamnesi costituzionale o familiare. La ricerca che però non è del tutto confermata è stata pubblicata su Neurology.

Secondo gli studi effettuati sembrerebbe che a contribuire affinchè ci si ammali di Parkinson interverrebbe lo stress ossidativo, che finisce col degradare le cellule, fino ad ucciderle e poiché si parla di perdita di cellule dopaminergiche, si è ben visto che già per questo fatto il rischio di andare incontro alla grave malattia neurodegenerativa è abbastanza alto. Le vitamine C ed E, manterrebbero il loro ruolo protettivo poichè si comporterebbero da antiossidanti.

Lo studio è stato svolto su una popolazione di 43.865 partecipanti, ovviamente nessuno di questi malati di Parkinson. Tutti coloro che si sono prestati a partecipare allo studio scientifico hanno compilato diversi questionari nel tempo da dove si evincevano le loro abitudini alimentari e da quelle si è potuto stimare l’assunzione che dalla dieta queste persone ricavavano sia dalla Vitamina E, che dalla vitamina C ed dal beta-Carotene. Agli stessi partecipanti è stato posto un questionario per calcolare l'indice di massa corporea dei partecipanti e l'attività fisica quotidiana. I pazienti sono stati seguiti per 19 anni, i partecipanti avevano un’età media, all’inizio dell’indagine di poco meno di 75 anni. Durante la durata dei lavori si è posta attenzione anche alle condizioni personali, come sesso, indice BMI, attività fisica totale, istruzione, fumo e assunzione di alcol.

I partecipanti al livello più alto di assunzione di vitamine E e C erano generalmente più anziani, più istruiti e consumavano maggiori quantità di frutta e verdura. Un terzo dei partecipanti invece faceva più largo uso di grassi animali e latticini e per di più erano fumatori. I ricercatori hanno scoperto che il rischio di Parkinson era inferiore del 32% tra le persone cui si assisteva ad una più alta assunzione di vitamina E e C rispetto a quelle che si alimentavano con cibo a scarso contenuto di tali vitamine.

Non è stata evidenziata alcuna associazione tra beta-Carotene dietetico e rischio di Parkinson. Le persone in sovrappeso, persino obese, ma che consumavano più vitamina E, avevano un rischio inferiore del 56% di andare incontro al Parkinson. I partecipanti in sovrappeso o obesi che assumevano più vitamina C avevano un rischio ridotto di parkinson del 46%. Infine, chi beveva meno caffè e assumeva altri alimenti ricchi di vitamina C aveva un rischio inferiore del 48% di ammalarsi di Parkinson. Via, via, che si avvicendano gli studi scientifici diventa sempre più importante non solo il tuolo delle vitamine, fino a qualche decennio fa trascurato, ma dell'alimentazione sana in grado di apportare il giusto quantitativo di vitamine, sali minerali, micronutrienti sempre più preziosi per la nostra salute ed il nostro benessere.

Fonte: Università di Milano-Bicocca, Milano 2021
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