Si
fa sempre più strada l’idea che l'uso delle vitamine sia efficace nel contrasto di malattie importanti, addirittura inguaribili e
scarsamente curabili. Parliamo della vitamina C e della vitamina E
nel prevenire malattie neurodegenerative quali il Morbo di
Parkinson.
Negli
studi che sono seguiti a tale evidenza si è anche voluto vedere se
l’alimentazione a base di
albicocca,
melone, carota, zucca, patata dolce, kaki, arance, ma anche peperoni
rossi, pomodori, anguria e verdure a foglia verde come spinaci,
bietole, crescione, cicoria, lattuga, verza e broccoli, solo
per citare i più diffusi che sono più ricchi di beta-carotene
alimentare avesse o meno effetto nella prevenzione della grave malattia, ma si è visto che non ha sortito nessun effetto sul Parkinson.
Invece, le
vitamine C ed E non solo parrebbero indicate nel contrasto di questa
grave malattia neurodegenerativa, ma addirittura a questi risultati
si perverrebbe senza integrazione di vitamine mediante preparati che
le contengono, ad esempio integratori o preparati farmaceutici, ma
addirittura predilegendo cibi che di queste vitamine ne sono ricchi.
Alimenti
ad alto contenuto di vitamina E
La
frutta ricoperta di guscio, generalmente è ricca di vitamina E,
ricordiamo
noci, mandorle,
nocciole, arachidi, così come tutti
i frutti oleosi. Altre fonti importanti di
vitamina E sono tutti
gli oli vegetali:
di girasole, extravergine d’oliva, di germe
di grano,
di mais, di nocciola. Più comunemente usati per cucinare, ma se
questi oli sono consumati a crudo l’apporto di questa vitamina è
massimo.
Altro
apporto puo’ venirci dai cereali integrali, il grano ad esempio,
uova, pomodori, spinaci, broccoli, stessa cosa.
La
fonte dove trarre vitamina C
Per
quanto riguarda la vitamina C bisogna ricordare che questa vitamina
si reperta solo negli alimenti vegetali. Un esempio, l’acido
ascorbico, altro nome della vitamina C, per l’uomo è essenziale e
va introdotta dall’esterno altri mammiferi, la producono dal proprio metabolismo per cui in condizioni di
normalità non è necessario integrarla. Gli alimenti
più ricchi di vitamina C sono
agrumi, pomodori, peperoni, frutti di bosco, kiwi, verdura verde e la
verdura della famiglia del cavolo.
Foto Smartfood
Detto
questo occorre precisare che l’integrazione di queste vitamine con
la dieta non cura il Parkinson in chi si è già ammalato, ma
parrebbe prevenirlo, sopratutto nei soggetti predisposti da
un’anamnesi costituzionale o familiare. La ricerca che però non è
del tutto confermata è stata pubblicata su Neurology.
Secondo
gli studi effettuati sembrerebbe che a contribuire affinchè ci si ammali di Parkinson interverrebbe lo stress ossidativo, che
finisce col degradare le cellule, fino ad ucciderle e poiché si
parla di perdita
di cellule
dopaminergiche, si
è ben visto che già per questo fatto il rischio di andare incontro
alla grave malattia neurodegenerativa è abbastanza alto. Le vitamine C ed E, manterrebbero il loro ruolo protettivo poichè si comporterebbero da antiossidanti.
Lo
studio è stato svolto su una popolazione di 43.865 partecipanti,
ovviamente nessuno di questi malati di Parkinson. Tutti coloro che si
sono prestati a partecipare allo studio scientifico hanno compilato
diversi questionari nel tempo da dove si evincevano le loro abitudini
alimentari e da quelle si è potuto stimare l’assunzione che dalla
dieta queste persone ricavavano sia dalla Vitamina E, che dalla vitamina
C ed dal beta-Carotene.
Agli
stessi partecipanti è stato posto un questionario
per calcolare l'indice di massa corporea dei partecipanti e
l'attività fisica quotidiana. I
pazienti sono stati seguiti per 19 anni, i partecipanti avevano
un’età media, all’inizio dell’indagine di poco meno di 75
anni. Durante la durata dei lavori si è posta attenzione anche alle
condizioni personali,
come sesso, indice BMI, attività fisica totale, istruzione, fumo e
assunzione di alcol.
I partecipanti al livello più alto di
assunzione di vitamine E
e C
erano generalmente più anziani, più istruiti e consumavano maggiori
quantità di frutta e verdura. Un
terzo dei partecipanti invece faceva più largo uso di grassi animali
e latticini e per di più erano fumatori. I
ricercatori hanno scoperto che il rischio di Parkinson era inferiore
del 32% tra le persone cui si assisteva ad una più alta
assunzione di vitamina E e
C
rispetto a quelle che
si alimentavano con cibo a scarso contenuto di tali vitamine.
Non
è stata evidenziata alcuna associazione tra beta-Carotene dietetico
e rischio di Parkinson. Le persone in sovrappeso, persino obese, ma che
consumavano più vitamina E, avevano un rischio inferiore del 56% di
andare incontro al Parkinson. I partecipanti in sovrappeso o obesi
che assumevano più vitamina C avevano un rischio ridotto di
parkinson del 46%. Infine, chi beveva meno caffè e assumeva altri alimenti ricchi di vitamina C aveva un rischio
inferiore del 48% di ammalarsi di Parkinson. Via, via, che si avvicendano gli studi scientifici diventa sempre più importante non solo il tuolo delle vitamine, fino a qualche decennio fa trascurato, ma dell'alimentazione sana in grado di apportare il giusto quantitativo di vitamine, sali minerali, micronutrienti sempre più preziosi per la nostra salute ed il nostro benessere.
Fonte:
Università di Milano-Bicocca, Milano 2021
Neuro2020 Nutri2020
(Xagena
)
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