La bevanda più amata dagli italiani
ed al contempo vanto degli stessi abitanti del bel Paese per il modo,
unico al mondo, con cui la preparano. Ovviamente parliamo del caffè
e parlandone non possiamo neanche fare a meno di esaltarne non solo i
pregi per il nostro palato, ma anche le virtù che via, via, emergono
da studi scientifici che ritengono, il caffè, un toccasana se
assunto con moderazione e giudizio e con proprietà curative in certi casi al pari di un farmaco.
Che del
caffè si conoscevano le virtù è cosa nota da tempo.
Forse quel che non sapevamo è che
associato al latte, nel classico
cappuccino o semplicemente bevuto come
caffè e latte al mattino
esercita un’azione protettiva a
livello cardiovascolare, per il
solo fatto che abbassa
la pressione, così come detiene importanti e se vogliamo inedite
proprietà antinfiammatorie. Eppure pensavamo,
almeno per quanto riguarda il
cuore, che il caffè innalzasse la
pressione e per questo andava quasi del tutto evitato da cardiopatici
e ipertesi. Questo fino a quando due studi, il primo danese, avrebbe palesato come i
polifenoli conenuti nel caffè già da soli, si
oppongono ad una reazione infiammatoria che si sia verificata
nell’organismo. Ma la vera scoperta è scaturita dall’unione dei
polifenoli del caffè con le
proteine del latte che, di fronte ad una
reazione infiammatoria, raddoppiano il loro potere
antinfiammatorio per un effetto sinergico dei componenti dell’uno e
dell’altro alimento. Come si rileva dallo studio clinico danese
pubblicato sul sul
Journal
of Agricultural and Food Chemistry.
Ma come avviene tutto ciò
Nella risposta infiammatoria ritroviamo la
prostraglandina E, che
è una proteina che si libera nel caso di infiammazione e che viene
prodotta da macrofagi e linfociti T in risposta ad un processo
infiammatorio, l’interleuchina 6 che è un’altra proteina che
viene rilasciata in risposta anch'essa ad un processo infiammatorio a seguito
di un danno tissutale o di un trauma, così come lo stesso Fattore di
necrosi tumorale TNF, altra proteina prodotta dal sistema immunitario come conseguenza di un attacco da parte di virus e batteri che causano infezione ed infiammazione,
nonché innalzamento della temperatura corporea fino a giungere alla
febbre. Ebbene, tutti questi fattori si è ben visto come siano stati inibiti dall'acido caffeico (CA) e dall'acido
clorogenico (CGA) che sono acidi fenolici che si trovano comunemente
negli alimenti e nelle bevande di origine vegetale. I loro
corrispondenti sono stati rilevati in bevande contenenti caffè.
Ecco che gli ingredienti del caffè svolgerebbero le funzioni che in
genere sono dei fans, i farmaci antinfiammatori non steroidei, per
capirci, ibuprofene, naprossene, ketoprofene, per citare i più noti,
ma in modo del tutto naturale. Ovviamente ciò non significa abbandonare le terapie consigliate dal medico sostituendole col caffè!
TNF FATTORE DI NECROSI TUMORALE ALFA
INTERLEUCHINA 6
PROSTAGLANDINA
Gli Studi Scientifici
Lo Studio scientifico conferma tale azione dei polifenoli contenuti nel
caffè che, come visto, aggiunto alle proteine del latte aumenta, fino a
raddoppiare la risposta nei confronti di quelle
proteine che inducono l’infiammazione. Tale
scoperta non è solo importante perché ci offre un rimedio non
farmacologico o di supporto ai farmaci nei riguardi delle infiammazioni,
ma anche perché ci consente di stabilire i dosaggi ottimali per
giungere a questa importante funzione da impiegarsi anche
nell’industria alimentare, sia per
aumentare la conservazione degli alimenti, sia perché, abbiamo
appreso tramite questo studio, che l’interazione fra alimenti
proteici vegetali è immediata, ciò potrebbe anche palesare
l’importanza che alimenti che uniscono oltre il caffè anche il
cacao, altro alimento ricco di polifenolo, con il latte, pensiamo ai
cioccolatini, potrebbe risultare vincente. Ovviamente senza mai eccedere.
L'altro studio bolognese
Poichè si parlava di due studi scientifici, interessante lo studio condotto da ricercatori dell’universita di Bologna che ha trovato spazio nella rivista scientifica Nutriens e che è
stato condotto su oltre 700 donne e 700 uomini e che è ancora in
corso nonostante l’anno di inizio sia riferito al lontano 1972. Gli studiosi
avrebbero osservato che nei consumatori abituali che assumono 2 ma anche
3 tazzine di caffè al giorno rispetto a coloro che non bevono caffè, la pressione arteriosa, ma anche quella aortica e periferica
risultava più bassa e verso la normalità negli assuntori di caffè. La stessa cosa si
verificava anche in coloro che assumevano più di tre tazzine di
caffè al giorno. Il motivo di questa evidenza non è ancora stata
scientificamente provata, ma pare quanto mai accertata, al punto che
i ricercatori sono ormai giunti nella determinazione di poter
affermare che se i livelli pressori di chi beve caffè, alle dosi citate sono sicuramente migliori rispetto a chi si astiene dal berlo, tale effetto
positivo della bevanda anche questa volta si ricollega allo studio
danese e afferisce al contenuto dei polifenoli nel caffè un ruolo benefico per cuore e vasi a seguito della
comprovata azione antinfiammatoria di questi composti che viene
esaltata quando si uniscono alle proteine del latte. Conclusione. Bere
caffè, alle dosi appena viste fa bene, associarlo al latte, fa
ancora meglio, ovviamente senza esagerare e al netto di eventuali restrizioni consigliate dal proprio medico di fiducia.
Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2090123219300025
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