Cancro intestinale e cancro al seno: lontani con i broccoli - con aggiornamento al 2025

Buone nuove per gli amanti degli ortaggi ed in particolar modo per gli aficionados di broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles. La buona notizia non riguarda un’eventuale nuova ricetta di cucina, semmai il fatto che tale ortaggi, comunque consumati, vi preserveranno in maniera sensibile dal tumore all’intestino, più noto come tumore al colon retto, una neoplasia che affligge in misura sensibile le popolazioni occidentali.

Da ricordare che il tumore al colon retto interessa ogni anno qualcosa come ventimila e cinquecento uomini e 17.300 donne ed infatti il tumore al colon retto è al terzo posto per incidenza di neoplasie nei due sessi, dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell'uomo. Prima dei 40 anni d’età è difficile incorrere in tale tumore, dopo i 60 anni le probabilità di imbattersi in tale tumore diventano maggiori, con un picco di incidenza oltre gli 80 anni. A riprova che l’alimentazione gioca un ruolo importante in questo tipo di tumori, l’evidenza di sempre nuovi casi da un anno ad un altro, tuttavia, grazie ad una maggiore conoscenza della malattia, insieme alla diagnosi precoce, si è potuto assistere ad una minore mortalità, a cui ha partecipato anche un modello di cura andatosi nel tempo sempre più affinandosi.
Come in tutte le malattie neoplastiche, anche nel tumore al colon retto la giusta alimentazione riveste unruolo importante, tant’è che, secondo due studi dell'Istituto britannico per l'alimentazione e dell’Universita' John Hopkins di Baltimora (USA), il ricorso a broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles ridurrebbero l’incidenza della neoplasia fino al 50%, qualora il soggetto si alimenti con tale ortaggi consumandone una quantità di almeno un chilo a settimana.
Proprietà dei broccoli contro il cancro al seno
Secondo gli studi citati, anche il cancro al seno potrebbe trovare nei germogli di broccoli la sua arma contro. Infatti parrebbe assodato che tali germogli inibirebbero le cellule staminali tumorali e, di conseguenza, proteggerebbero dalla grave neoplasia. A confermare lo studio un nuovo lavoro scientifico eseguito dalla University of Michigan Comprehensive Cancer Center sulla rivista Clinical Cancer Research.
Ma si sarebbe visto che una sostanza localizzata in tali ortaggi sarebbe in grado di opporsi all’aumento della massa neoplastica, parliamo del sulforano, contenuto proprio dai germogli di questi ortaggi, se a questo aggiungiamo l’isoticianato, contenuto  in quantità centuplicata rispetto a quanto se ne reperti nel broccolo maturo, scopriamo che un’altra virtù dei germogli di broccoli è quella di disintossicare le cellule dell’organismo, come constatato a livello sperimentale sui ratti. Con questo non si vuol certo dire che la pianta matura non abbia in sé anche proprietà anticancerogene, tutt’altro, si pensi all’indolo-3-carbinolo, con alte capacità inibenti il cancro al seno.
COSA E' CAMBIATO DA ALLORA? - AGGIORNAMENTO AD AGOSTO 2025
Ecco cosa è cambiato e quali sono le principali novità da allora:

Meccanismi d'azione più chiari

Se nel 2012 si parlava genericamente di "costituenti" benefici, oggi la ricerca ha identificato con maggiore precisione le molecole responsabili e i loro meccanismi d'azione. La star indiscussa è il sulforafano, un isotiocianato che si forma quando mastichiamo o tagliamo le verdure crucifere.

Studi più recenti hanno dimostrato che il sulforafano e altri isotiocianati non agiscono solo come semplici antiossidanti, ma intervengono in processi biologici molto specifici:

  • Regolazione del microbiota intestinale: una delle scoperte più importanti degli ultimi anni è la stretta connessione tra dieta, microbiota e cancro. Si è visto che le verdure come broccoli e cavolini di Bruxelles, grazie alle loro fibre e ai loro composti bioattivi, influenzano positivamente la flora batterica intestinale, creando un ambiente meno favorevole allo sviluppo tumorale.

  • Modulazione di geni e percorsi molecolari: il sulforafano è in grado di "riaccendere" o "spegnere" specifici geni. Per esempio, può attivare i geni che producono enzimi disintossicanti (enzimi di Fase II) e inibire quelli che promuovono la crescita delle cellule tumorali. Un po' come l'Infiammazione di cui si è parlato proprio quest'anno, nel 2025, appunto, che non sempre è cattiva, ma deve essere regolata.

  • Induzione dell'apoptosi: l'apoptosi è un processo di "morte cellulare programmata". La ricerca ha confermato che gli isotiocianati possono indurre l'apoptosi nelle cellule tumorali del colon, bloccandone la proliferazione e la crescita.

Nuovi studi e conferme

Dagli studi osservazionali del 2012 si è passati a metanalisi e studi più ampi che hanno ulteriormente confermato il legame tra consumo di crucifere e riduzione del rischio di cancro al colon-retto.

  • Evidenze consolidate: diverse analisi sistematiche hanno rafforzato l'idea che un consumo regolare di verdure crucifere è associato a una ridotta incidenza di vari tumori, inclusi quelli del tratto digestivo, del seno e del polmone. Il ruolo protettivo è ormai una certezza scientifica, anche se la ricerca continua a esplorare i meccanismi esatti.

  • Nuovi approcci terapeutici: la ricerca sta esplorando l'uso degli isotiocianati non solo per la prevenzione, ma anche come possibile supporto alle terapie esistenti. Alcuni studi preclinici (su modelli di laboratorio) suggeriscono che queste molecole potrebbero potenziare l'efficacia di farmaci antitumorali, anche se siamo ancora in una fase sperimentale.

Insomma, ciò che scrivevamo nel 2012 palesava pienamente la strada giusta. La scienza ha continuato a lavorare per dare una base ancora più solida a quelle che allora erano scoperte importanti e oggi sono diventate certezze sempre più documentate.

Semmai ce ne dosse stato bisogno, l'approccio più olistico nei confronti dei tumori, con un avvicinamento alla fitoterapia ci dimostra che la strada verso la soluzione di questa grave patologia non può più essere affidata alla sola chimica. 



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