Meccanismi d'azione più chiari
Se nel 2012 si parlava genericamente di "costituenti" benefici, oggi la ricerca ha identificato con maggiore precisione le molecole responsabili e i loro meccanismi d'azione. La star indiscussa è il sulforafano, un isotiocianato che si forma quando mastichiamo o tagliamo le verdure crucifere.
Studi più recenti hanno dimostrato che il sulforafano e altri isotiocianati non agiscono solo come semplici antiossidanti, ma intervengono in processi biologici molto specifici:
Regolazione del microbiota intestinale: una delle scoperte più importanti degli ultimi anni è la stretta connessione tra dieta, microbiota e cancro. Si è visto che le verdure come broccoli e cavolini di Bruxelles, grazie alle loro fibre e ai loro composti bioattivi, influenzano positivamente la flora batterica intestinale, creando un ambiente meno favorevole allo sviluppo tumorale.
Modulazione di geni e percorsi molecolari: il sulforafano è in grado di "riaccendere" o "spegnere" specifici geni. Per esempio, può attivare i geni che producono enzimi disintossicanti (enzimi di Fase II) e inibire quelli che promuovono la crescita delle cellule tumorali. Un po' come l'Infiammazione di cui si è parlato proprio quest'anno, nel 2025, appunto, che non sempre è cattiva, ma deve essere regolata.
Induzione dell'apoptosi: l'apoptosi è un processo di "morte cellulare programmata". La ricerca ha confermato che gli isotiocianati possono indurre l'apoptosi nelle cellule tumorali del colon, bloccandone la proliferazione e la crescita.
Nuovi studi e conferme
Dagli studi osservazionali del 2012 si è passati a metanalisi e studi più ampi che hanno ulteriormente confermato il legame tra consumo di crucifere e riduzione del rischio di cancro al colon-retto.
Evidenze consolidate: diverse analisi sistematiche hanno rafforzato l'idea che un consumo regolare di verdure crucifere è associato a una ridotta incidenza di vari tumori, inclusi quelli del tratto digestivo, del seno e del polmone. Il ruolo protettivo è ormai una certezza scientifica, anche se la ricerca continua a esplorare i meccanismi esatti.
Nuovi approcci terapeutici: la ricerca sta esplorando l'uso degli isotiocianati non solo per la prevenzione, ma anche come possibile supporto alle terapie esistenti. Alcuni studi preclinici (su modelli di laboratorio) suggeriscono che queste molecole potrebbero potenziare l'efficacia di farmaci antitumorali, anche se siamo ancora in una fase sperimentale.
Insomma, ciò che scrivevamo nel 2012 palesava pienamente la strada giusta. La scienza ha continuato a lavorare per dare una base ancora più solida a quelle che allora erano scoperte importanti e oggi sono diventate certezze sempre più documentate.
Semmai ce ne dosse stato bisogno, l'approccio più olistico nei confronti dei tumori, con un avvicinamento alla fitoterapia ci dimostra che la strada verso la soluzione di questa grave patologia non può più essere affidata alla sola chimica.

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