Immaginiamo
una guerra condotta in campo con le cosiddette bombe intelligenti ed in effetti
quella che l’uomo ha intrapreso nei confronti del cancro è proprio una guerra
senza esclusione di colpi, con tante battaglie vinte ma senza ancora poter dire
di aver vinto la guerra contro tutte le neoplasie, ma uno degli ultimi scontri che ha
visto da una parte il cancro al seno e dall’altra la moderna chemioterapia
antiblastica, sembra aver dato ragione a quei ricercatori che dopo decenni di studio portano a casa finalmente un risultato incoraggiante.
La
battaglia si fa nell’organismo della paziente malata alla quale vengono
iniettati anticorpi che una volta dentro il corpo si comportano come bombe
intelligenti colpendo il cuore del cancro e, dunque, dirigendosi verso la
cellula cancerogena esplodendogli dentro. Il risultato è davvero suggestivo ed
al contempo foriero di tante speranze non solo in vista di una soluzione del
grave problema, ma anche tenendo bene a mente l’importanza che la qualità della
vita riveste per il malato il quale dopo una terapia del genere non patisce gli
effetti devastanti della chemioterapia antiblastica classica, compresa la
perdita dei capelli.
Insomma,
contro il cancro si è aperta una nuova era fatta di nuove terapie, una di
queste ha il nome di una sigla, T-DM1 ed è orientata contro il cancro al seno, è questa nuova strategia non è altro che il risultato di ben trent’anni di studi e di tentativi prima di
giungere ad una nuova classe di molecole che sono state presentate al Congresso
dell’Esmo, la Società europea di oncologia medica.
"Sono stati ottenuti risultati eccellenti - spiega Luca Gianni dell'Istituto nazionale tumori (Int) del capoluogo lombardo, che ha contribuito alla ricerca sulla nuova terapia- nel trattamento del tumore del seno Her2-positivo, una forma che ogni anno in Italia colpisce circa 8 mila donne. T-DM1 è il primo di una classe di molecole denominate 'anticorpi armati' e combina i benefici clinici di trastuzumab",un farmaco intelligente con un potente chemioterapico impossibile da somministrare da solo perché troppo tossico: il DM1, della famiglia delle maitansine". Un 'mix' che ottimizza l'efficacia e minimizza gli effetti collaterali.
"Per esempio, l'alopecia si è
ridotta dal 45% al 2%,così come la neutropenia ( la riduzione del
numero di neutrofili, che sono proprio quella parte di globuli bianchi
specificatamente deputati a combattere le infezioni) e la diarrea", precisa Gianni.
"Si apre una nuova era su due fronti
-sottolinea Marco Venturini, presidente eletto dell'Aiom (Associazione italiana
di oncologia medica) - Da un lato, abbiamo a disposizione un'arma
rivoluzionaria da utilizzare nel tumore del seno Her2-positivo. Dall'altro,
T-DM1 è un esempio efficace di quella che viene definita veicolazione specifica
della chemioterapia alle cellule bersaglio. Sarà sempre più frequente in futuro
la messa a punto di molecole con queste caratteristiche". Non solo per
combattere il cancro del seno, ma anche contro altri tipi di tumore.
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