Farmaci Scaduti: Li Butti O Li Usi?

 


Nella vita di tutti i giorni siamo continuamente di fronte a scelte, grandi o piccole. Oltre alle scelte di vita, ci sono quelle pratiche, da affrontare ogni giorno. Fra queste, uno dei bivi più comuni riguarda i farmaci: come agire di fronte a un medicinale scaduto? E se a scadere è un integratore? Butto via tutto oppure...

Qui si apre uno scenario che segue due strade. La prima domanda è: la scadenza di un prodotto è una sorta di bomba a orologeria che ne decreta la fine, oppure ci sono ancora margini di manovra?

L'AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco — l'ente regolatore italiano che si occupa dell'autorizzazione, della valutazione, della vigilanza e del controllo dei farmaci, garantendo che i medicinali in commercio siano sicuri ed efficaci per l'uso a cui sono destinati (oibò), è categorica. Di fatto, appone a ogni farmaco una certificazione che indica chiaramente che, qualora il medicinale sia conservato in luogo asciutto, in condizioni di temperatura e umidità regolari, il prodotto è efficace solo fino alla data indicata.

Appunto, una data apposta, spesso così difficile da individuare che si rischia di far scadere il farmaco mentre si cerca la fatidica scadenza. Ne consegue che è del tutto normale che un ente certificatore stabilisca delle regole precise. Il paziente deve sapere che l'efficacia del prodotto è garantita solo entro quella data. Superata la scadenza, qualunque cosa accada non è più responsabilità del produttore, ma dell'utilizzatore.

Cosa Dicono Gli Studi In Merito?

Ci sono studi che, per quanto concerne ad esempio gli antibiotici, dimostrano che la loro efficacia è ancora alta, quasi uguale al prodotto entro il periodo di validità, anche dopo anni, parliamo di 5-6 anni. Ora, senza arrivare a questi eccessi, con il buon senso potremmo dire che solitamente un prodotto è considerato valido entro sei mesi dalla scadenza, come periodo di tolleranza. Per la maggior parte dei farmaci, oltretutto, dopo la scadenza si assiste a un mantenimento della loro stabilità e potenza per un periodo più lungo di quanto si possa pensare... ed è molto raro che si degradino al punto da diventare tossici.

Il discorso è diverso per le soluzioni iniettabili, la cuivia di somministrazione prevede una regolare sepsi e un alto grado di sterilità. Rischiare solo per non voler acquistare o farsi prescrivere un nuovo farmaco potrebbe essere una scelta insensata, a maggior ragione quando si notano a prima vista precipitazioni del preparato o un cambiamento del colore della sostanza. In questo caso, mai rischiare. Per il resto, legalmente un farmaco scaduto va buttato, ma praticamente valgono i criteri di cui sopra.

Parliamo Di Scadenza, Ma Sappiamo Conservare I Farmaci?

Siamo attentissimi alla scadenza, come se ci trovassimo di fronte a un ordigno pronto a esplodere, e molto superficiali nella conservazione del farmaco. Ci aspettiamo che ci guarisca, ma ci dimentichiamo di proteggerlo. Un esempio? L'estate è trascorsa, ma ci ricordiamo i 40 gradi all’ombra e l'auto al sole che superava gli 80 gradi? E se in una di quelle mattine in cui abbiamo fatto delle commissioni per la famiglia (passati dal pediatra, poi dal farmacista e infine la spesa al supermercato) abbiamo lasciato il farmaco a "bollire" nell'abitacolo, per poi conservarlo a casa? Forse non ci abbiamo fatto caso, ma quel farmaco lasciato a cuocere in auto per qualche ora è da buttare, indipendentemente dalla scadenza.

E che dire dei farmaci custoditi in ambienti umidi come cucine e bagni? Eppure le avvertenze sono chiare: "Conservare in luogo asciutto". Quanto sia asciutta la cucina o la stanza da bagno è tutto da vedere.

La Luce: Un Nemico Subdolo

La tendenza, soprattutto da parte di quei pazienti costretti ad assumere diversi farmaci a causa di multipatologie, di sconfezionare i medicinali e riporli in un unico contenitore (magari riciclato) è dannosa. Ci sono farmaci che si degradano con la luce e il contenitore non è adeguatamente protetto perché nato per altri usi. Quindi, siamo tanto attenti alla scadenza e poco o per nulla accorti alla conservazione.

2. L'Integratore: Una Scadenza "Alimentare"

Gli integratori, pur essendo venduti in farmacia, sono considerati dalla normativa come prodotti alimentari. Questo cambia radicalmente le regole. La loro data di scadenza è un Termine Minimo di Conservazione (TMC), indicato con la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro...".

Cosa significa? Dopo questa data, l'integratore potrebbe aver perso parte della sua efficacia, ma non è pericoloso per la salute. Le vitamine potrebbero degradarsi, i probiotici morire, ma il prodotto non diventa tossico.

  • Se un integratore di vitamina C scade, potrebbe non fornirti più la dose completa, ma non ti farà male.

  • Un integratore di fermenti lattici scaduto potrebbe semplicemente contenere meno batteri vivi, rendendolo meno efficace per la flora intestinale.

L'importante è valutare il prodotto con attenzione: se ha un aspetto o un odore strano, è meglio non rischiare.

Conclusioni

Come si è visto, a volte è l'accortezza che manca, al di là delle prescrizioni tassative previste dalla legge. Un po' come accade con gli alimenti scaduti o prossimi alla scadenza. Come si assiste a sprechi alimentari, si assiste a sprechi farmaceutici, includendo anche gli integratori. Quel che è certo è che molte volte, conservare un prodotto è più importante di controllare continuamente la sua scadenza, soprattutto quando questa è superata solo di qualche giorno!

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