Chissà in quanti si saranno fatti la fatidica domanda. Ma se assumo, ovviamente per un deprecabile errore, un farmaco scaduto, cosa mai mi capiterà? Qualche catastrofista magari avrà pensato di essere incorso in un gravissimo avvelenamento, qualche altro penserà di dover correre al pronto soccorso per rimediare alla deprecabile svista, se poi magari abbiamo offerto a qualche membro della famiglia un farmaco scaduto non è escluso che qualcuno si porti sulla coscienza una sorta di “tentato omicidio” colposo! Ma come stanno davvero le cose?
Da premettere che qualcuno comincia a mettere da parte, pronti per essere gettati, farmaci che si avvicinano alla scadenza, non ancora scaduti insomma. La verità è che un farmaco, anche scaduto da un anno, mantiene inalterate le sue proprietà, quindi, non solo se somministrato non attenta la vita di nessuno, ma addirittura è perfettamente funzionante come era prima della fatidica scadenza. Se un farmaco è scaduto invece da due anni non è per niente tossico, semmai funziona meno perché ha perso una piccola parte delle proprie caratteristiche col tempo, ma gli esperti sostengono che l’80% delle potenzialità del suo principio attivo resta inalterata, insomma, è come se da una pillola si togliesse il 20% del principio attivo.
Addirittura e ci sono studi che lo confermano, alcune pennicilline in pillole esaminate dopo sette anni dalla scadenza mantenevano il principio attivo inalterato, ma non è certo una buona regola consumare farmaci dopo sette anni dalla loro scadenza.
Sempre gli esperti, anche alla luce di studi condotti, hanno invece posto l’attenzione su quei farmaci le cui preparazioni sono proposte in fiale iniettabili. In questo caso, oltre alla scadenza bisogna controllare visivamente il liquido o la polvere che si scioglierà con il liquido. Se questo appare torbido, oppure avrà cambiato colore, oppure vi è presenza di precipitati, buttate il tutto e acquistate un farmaco valido.
Resta tuttavia un altro problema, quello della conservazione dei farmaci. I farmaci vanno riposti in modo ordinato e correttamente conservati. Quindi, no a confezioni aperte e lasciate fuori dalla scatola originaria, spesso senza neanche più il foglietto illustrativo interno. Molti farmaci si degradano anche con la luce. No a farmaci riposti in ambienti caldo umidi, qui non è la scadenza a determinare l’eventuale bontà del farmaco oltre la data di preparazione, quanto il modo di conservarlo. Risultato, ci troveremo un farmaco non scaduto ma non più valido. Ne deriva che i farmaci non vanno conservati né in bagno e né in cucina. Men che meno lasciati al sole dell’auto a tempo indefinito.
Quindi, meglio riporre i farmaci nella camera da letto o nel soggiorno, stando sempre attenti che i bambini non li trovino.
Infatti i farmaci, per restare stabili ed efficaci, dopo l’apertura della confezione, dovrebbero essere conservati in ambienti a umidità costante e a temperature stabili non inferiori a 10 gradi e non superiori a 24-25 gradi, come afferma Antonio Voza, responsabile dell’Unità Operativa di medicina d’Urgenza dell’Ospedale Humanitas di Rozzano, Milano
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