Nattochinasi: un potenziale alleato contro il SARS-CoV-2 e gli eventuali danni da vaccino (forse?). Spiegazione Semplice e Approfondimento Scientifico.


Oggi ci immergiamo in un argomento che unisce la saggezza antica con le scoperte moderne. Basti ricordare quando si è parlato dell'infiammazione, quella "amica-nemica" che ci difende ma che, quando esagera, può creare guai? Ebbene, il COVID-19, causato dal SARS-CoV-2, è stato un esempio lampante di come l'infiammazione possa diventare un problema serio, lasciando un segno profondo sulla nostra salute.

Un passo indietro nel tempo, poco tempo, per ricordare anche tutte quelle varianti di virus di cui si parlava incessantemente. L'emergere di nuove versioni del SARS-CoV-2 ci spinge a cercare continuamente nuove soluzioni. Ed è qui che entra in gioco la Nattochinasi, un enzima straordinario che la scienza sta guardando con crescente interesse. È prodotta durante la fermentazione della soia, un processo che dà vita al tradizionale alimento giapponese "natto". Questo enzima è da tempo noto per le sue molteplici proprietà, tra cui la capacità di sciogliere i coaguli di sangue (proprietà fibrinolitiche). Non è un caso che nelle popolazioni asiatiche che consumano regolarmente natto, si riscontri una minore incidenza di osteoporosi!

La Proteina Spike (S) del SARS-CoV-2: il tallone d'Achille del virus? (Spiegazione Semplificata)

Per capire come la Nattochinasi potrebbe aiutarci, dobbiamo conoscere il "nemico": la proteina Spike (S) del SARS-CoV-2. Immagina il virus come un piccolo ladro e la proteina Spike come la sua chiave speciale. Questa chiave si trova sulla superficie del virus e gli serve per aprire la porta delle nostre cellule. Una volta dentro, il virus può replicarsi e causare l'infezione.

La cosa interessante è che questa "chiave" non è una sola parte, ma è fatta di tre pezzetti identici uniti insieme, come tre mattoncini Lego uguali che formano un'unica struttura. Questo è ciò che chiamiamo omotrimero. La Nattochinasi sembrerebbe avere la capacità di "rompere" questa chiave, rendendo più difficile al virus entrare nelle nostre cellule.

La Nattochinasi sotto la lente della scienza: cosa rivela lo studio (Spiegazione Semplificata)

Nattochinasi


Un recente studio scientifico si è concentrato proprio su come la Nattochinasi agisce sulla proteina Spike. I risultati sono davvero promettenti:

  • Azione diretta: I ricercatori hanno visto che la Nattochinasi è in grado di degradare, cioè "smontare" la proteina Spike. Più Nattochinasi c'era e più a lungo agiva, più la Spike veniva distrutta.

  • Sul "punto di contatto": La Nattochinasi ha agito anche sulla proteina Spike presente sulla superficie delle cellule, suggerendo che potrebbe creare una sorta di barriera protettiva, impedendo al virus di attaccarsi e iniziare l'infezione.

  • Azione specifica: È stato confermato che la Nattochinasi è un enzima che "taglia" le proteine, e la sua azione era specifica: se la si riscaldava o si aggiungevano sostanze che la bloccavano, non funzionava più.

  • Doppio colpo: Non solo la Spike, ma anche la parte della Spike che si aggancia alle nostre cellule (chiamata RBD) e perfino il "lucchetto" sulle nostre cellule (il recettore ACE2) sono stati degradati! Questo significa che la Nattochinasi potrebbe avere un doppio meccanismo per bloccare l'infezione.

  • Nessun danno alle cellule: Un punto fondamentale è che la Nattochinasi ha svolto la sua azione senza causare alcun danno alle cellule, il che è un segnale molto incoraggiante per la sua sicurezza.

Oltre la Spike: i benefici a tutto tondo della Nattochinasi (Spiegazione Semplificata)

L'interesse per la Nattochinasi non si limita solo al COVID-19. Questo enzima è già noto per una vasta gamma di benefici per la salute, specialmente per il cuore e i vasi sanguigni. Pensa agli effetti:

  • Anti-coaguli: aiuta a sciogliere i coaguli di sangue, utile per chi ha problemi di circolazione.

  • Pressione e colesterolo: può aiutare a gestire la pressione alta e i livelli di lipidi nel sangue.

  • Protezione vascolare: agisce contro l'indurimento delle arterie (aterosclerosi).

Questo è importante perché le persone con problemi cardiovascolari sono state spesso tra le più colpite dal COVID-19. La Nattochinasi, quindi, potrebbe offrire un doppio vantaggio: sia come potenziale ostacolo al virus, sia come supporto prezioso per la salute del cuore in generale.

Conclusioni finali e un occhio al futuro (Spiegazione Semplificata)

Questi studi sono davvero promettenti e indicano la Nattochinasi come un candidato interessante per la prevenzione e il trattamento del COVID-19, agendo direttamente sulla proteina Spike per disattivarla.

Tuttavia, è cruciale ricordare che queste sono ricerche di laboratorio (studi in vitro). Questo significa che i risultati, pur essendo solidi scientificamente, non si traducono automaticamente in efficacia diretta sull'uomo. Servono ulteriori studi approfonditi sull'uomo (studi clinici) per confermare questi effetti, stabilire le dosi sicure ed efficaci, e capire come funziona nel nostro corpo.

Come sempre, è fondamentale parlarne con un medico o un professionista sanitario prima di assumere qualsiasi integratore o modificare la propria dieta per scopi terapeutici.

La Nattochinasi e i possibili danni post-vaccino: uno sguardo oltre il COVID-19 (Spiegazione Semplificata)

In futuro, potremmo vedere la Nattochinasi assumere un ruolo sempre più importante non solo per chi ha contratto il COVID-19, ma anche per chi si è sottoposto a vaccinazione e ha riscontrato o potrebbe riscontrare problemi cardiovascolari, come miocarditi o endocarditi, patologie che sono state ipotizzate in diversi contesti post-COVID. Se queste condizioni fossero legate alla presenza della proteina Spike, l'azione della Nattochinasi nel degradarla potrebbe diventare cruciale.

L'articolo che abbiamo analizzato si concentra principalmente sulla degradazione della Spike per contrastare l'infezione da SARS-CoV-2. Tuttavia, le ampie proprietà benefiche della Nattochinasi per la salute cardiovascolare (anti-coagulanti, anti-infiammatorie, protettive per i vasi) suggeriscono che potrebbe avere un ruolo importante anche in contesti dove l'infiammazione o i problemi di coagulazione sono centrali, come in alcune problematiche post-vaccinali, fuori dalla narrazione comune che ci hanno sempre propinato. Questo apre un campo molto interessante per future ricerche!

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Approfondimento Tecnico

Nattochinasi e Interazione con SARS-CoV-2 e Proteina Spike (S)

Introduzione al Contesto Fisiopatologico

L'infiammazione, meccanismo di difesa essenziale, quando cronicizza o diventa eccessiva, si rivela un fattore patogenetico primario. La pandemia di COVID-19, causata dal SARS-CoV-2, ha evidenziato in modo eclatante come un'infezione virale possa innescare complesse e spesso disregolate risposte infiammatorie, con profonde ripercussioni sulla salute globale. L'emergenza continua di nuove varianti virali, caratterizzate da mutazioni significative, sottolinea l'urgente necessità di identificare e validare nuovi approcci terapeutici. In questo scenario, l'attenzione scientifica si è rivolta a sostanze naturali con comprovati profili di sicurezza e benefici, tra cui la Nattochinasi (NK).

Nattochinasi: Origine e Proprietà Biochimiche

La Nattochinasi è una serina proteasi alcalina (EC 3.4.21.62) di 27,7 kDa, prodotta dal Bacillus subtilis var. natto durante la fermentazione della soia per la produzione del tradizionale alimento giapponese "natto". Le sue proprietà sono state ampiamente studiate e includono effetti fibrinolitici, antiaterosclerotici, di gestione dei lipidi, antipertensivi, antitrombotici, neuroprotettivi, antiaggreganti e anticoagulanti. La sua attività fibrinolitica è stata particolarmente investigata per il suo potenziale impatto sulla microcircolazione e sulla prevenzione di eventi trombotici.

La Proteina Spike (S) del SARS-CoV-2: Struttura e Ruolo nell'Infezione

Per comprendere il meccanismo d'azione della Nattochinasi nel contesto del SARS-CoV-2, è indispensabile analizzare la proteina Spike (S). Questa glicoproteina transmembrana trimerica, che si presenta sulla superficie del virione, è l'elemento chiave per l'ingresso virale nelle cellule ospiti. La proteina S si lega specificamente al recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2) sulla superficie delle cellule umane, fungendo da "chiave" per l'ingresso virale.

La proteina S è composta da due subunità funzionali:

  • Subunità S1: Contiene il Dominio di Legame al Recettore (RBD), responsabile del legame con l'ACE2.

  • Subunità S2: Media la fusione della membrana virale con quella della cellula ospite, processo cruciale per l'internalizzazione del virus.

Un processo di "clivaggio" (proteolisi) della proteina S, operato da proteasi cellulari dell'ospite (es. TMPRSS2, furina), è essenziale per l'attivazione della proteina S e l'efficienza dell'ingresso virale. La formazione di omotrimeri è un aspetto strutturale fondamentale della proteina S. La sua struttura tridimensionale trimetrica è cruciale per la sua stabilità, il legame con l'ACE2 e la fusione della membrana.

Studio sull'Effetto Degradativo della Nattochinasi sulla Proteina Spike del SARS-CoV-2 (Fonte: Molecules, 2022)

Lo studio citato, "Effetto degradativo della nattochinasi sulla proteina spike del SARS-CoV-2", ha investigato l'azione diretta della Nattochinasi sulla proteina S virale, fornendo risultati significativi:

  1. Degradazione Diretta della Proteina S:

    • L'incubazione di lisati cellulari esprimenti la proteina S con Nattochinasi ha rivelato una degradazione dose-dipendente e tempo-dipendente della proteina S. Già a concentrazioni di 500 ng/mL si osservava un'azione significativa. Questo suggerisce una capacità proteolitica diretta della NK sulla proteina S.

  2. Azione sulla Proteina S di Superficie Cellulare:

    • Mediante analisi di immunofluorescenza, è stato dimostrato che l'aggiunta di Nattochinasi al terreno di coltura di cellule che esprimevano la proteina S sulla loro superficie induceva una degradazione della proteina S stessa. Questo indica una potenziale azione profilattica o terapeutica anche al "punto di contatto" iniziale del virus con le cellule ospiti, prima dell'instaurarsi dell'infezione. L'effetto era evidente anche a concentrazioni relativamente basse (25 µg/mL e 2.5 µg/mL).

  3. Specificità Enzimatica e Meccanismo d'Azione:

    • Esperimenti di controllo hanno confermato che l'attività degradativa della Nattochinasi era termolabile (perdita di attività dopo riscaldamento a 100°C per 5 minuti) e inibibile da specifici inibitori delle proteasi. Questo stabilisce inequivocabilmente che la Nattochinasi agisce come una serina proteasi, catalizzando il clivaggio dei legami peptidici della proteina S.

  4. Degradazione del RBD e di ACE2:

    • Lo studio ha mostrato che la Nattochinasi degrada non solo la proteina S intera, ma anche il Dominio di Legame al Recettore (RBD) della proteina S, la porzione critica per il legame con ACE2. Sorprendentemente, è stata osservata anche la degradazione del recettore ACE2 stesso. Questa duplice azione sulla "chiave" (Spike/RBD) e sulla "serratura" (ACE2) rappresenta un potenziale meccanismo sinergico per inibire l'ingresso virale.

  5. Profilo di Sicurezza:

    • Cruciale per la traslazione clinica, lo studio ha evidenziato che la Nattochinasi ha degradato la proteina S in un intervallo di concentrazione che non ha mostrato alcuna citotossicità (danno cellulare). Questo è un indicatore positivo per il potenziale sviluppo di terapie a base di Nattochinasi.

Rilevanza Clinica e Considerazioni Future

I risultati di questo studio in vitro sono altamente promettenti e posizionano la Nattochinasi e gli estratti di natto come candidati potenziali per lo sviluppo di nuovi agenti per la prevenzione e il trattamento del COVID-19. La capacità di degradare direttamente la proteina S, inibendo potenzialmente il legame virale e l'ingresso cellulare, è un'ipotesi affascinante.

È fondamentale sottolineare che, sebbene questi risultati siano scientificamente robusti, la loro traslazione in efficacia clinica in vivo richiede ulteriori e rigorosi studi. Sono indispensabili studi clinici controllati e ben disegnati sull'uomo per:

  • Confermare l'efficacia terapeutica e profilattica.

  • Determinare dosaggi sicuri ed efficaci.

  • Comprendere appieno la farmacocinetica e il meccanismo d'azione nel complesso contesto di un organismo vivente.

Nattochinasi: Potenziale Ruolo nei Danni Post-COVID e Post-Vaccinali

Oltre al suo potenziale ruolo antivirale diretto, l'ampio spettro di proprietà della Nattochinasi, in particolare quelle fibrinolitiche, anti-infiammatorie, anti-trombotiche e cardio-protettive, la rende particolarmente interessante nel contesto dei danni a lungo termine correlati al COVID-19 (Long-COVID) e di alcune reazioni avverse post-vaccinali, specialmente quelle a carico dell'apparato cardiovascolare come miocarditi e endocarditi.

È stato ipotizzato che la proteina Spike, sia da infezione naturale che da vaccino, possa persistere nell'organismo o indurre risposte immunitarie e infiammatorie che contribuiscono a tali patologie. Se la Nattochinasi è in grado di degradare la proteina Spike, come suggerito dallo studio, essa potrebbe teoricamente ridurre il carico di Spike nel corpo, attenuando così i meccanismi patogenetici correlati.

Sebbene lo studio analizzato si concentri sulla degradazione della Spike e sull'inibizione dell'infezione da SARS-CoV-2, le proprietà pleiotropiche della Nattochinasi, in particolare la sua influenza sulla coagulazione e sull'infiammazione, forniscono un forte razionale per investigare il suo ruolo anche nella prevenzione o mitigazione di patologie cardiovascolari dove l'infiammazione e/o la trombosi giocano un ruolo chiave. Questo rende la Nattochinasi un eccellente spunto per future ricerche e approfondimenti in questo specifico ambito.

Fonte: Articolo "Effetto degradativo della nattochinasi sulla proteina spike del SARS-CoV-2", pubblicato su Molecules.



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