Il rischio parrebbe fondato, ciò non toglie che lo studio che ha
sollevato il caso, parliamo del lavoro scientifico pubblicato sugli Archives of
Internal Medicine, non dovrà gettare nello sconforto gli assuntori di farmaci
antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti fans, che oltretutto non vengono
minimamente criminalizzati dagli scienziati. Semmai sarebbe più corretto
affermare, che l’uso continuo ed in grande quantità di questi farmaci potrebbe
esporre l’organismo ad un cancro al rene.
Da segnalare che gli scienziati che sono pervenuti a questa
conclusione hanno escluso fra i farmaci responsabili, a determinate condizioni,
di indurre un tumore al rene, l’Aspirina, che è poi il capostipite dei fans,
così come gli studiosi si sono al contempo premurati di segnalare il fatto che
tale rischio riguarda persone predisposte al tumore del rene per le quali tali
farmaci rappresenterebbe, a dosaggi elevati e per periodi di tempo molto
prolungati, un fattore di rischio aggiunto a quelli in grado di generare una
neoplasia renale.
Lo studio è stato svolto coinvolgendo una popolazione di 77.525
donne e 49.403 uomini ed in questi sono stati riscontrati almeno 333 casi di
tumore al rene. Da tale lavoro scientifico è emerso che i partecipanti allo
studio non hanno evidenziato nessun legame con l’assunzione di Aspirina, né di
acetaminofene, ben altra cosa riguarda gli altri fans, dove il rischio di
contrarre la neoplasia risultava aumentato del 51%. Ma attenzione, gli stessi scienziati
si riferiscono a pazienti che hanno assunto tali farmaci in maniera quasi
ininterrotta per oltre cinque anni, tant’è che se tale assunzione si fosse
protratta per un periodo di tempo intorno ai quattro anni, si sarebbe assistito
ad una diminuzione del rischio pari al 19%, mentre la possibilità che si possa
andare incontro alla neoplasia sale del 36% se l’utilizzo di fans si protrae da
oltre quattro anni fino a dieci e si triplica se va oltre i 10 anni. "In
questi due ampi studi prospettici abbiamo rilevato che l'uso di Fans non
aspirina è associato a un elevato rischio di carcinoma renale, soprattutto tra coloro
che li assumono per un lungo periodo. Se i dati saranno confermati, rischi e
benefici dovranno essere soppesati".
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