Se qualcuno ancora immagina che l’orticaria, potendosi ascrivere
almeno per quanto attiene i sintomi, alle allergie, debba rispettare una propria
stagionalità e, dunque, manifestarsi per lo più in primavera come accade con
tante altre allergie , si sbaglierebbe, non è così…. Oltretutto l’orticaria è
un fenomeno riconducibile ad una moltitudine di cause tanto diverse fra di loro
che non è possibile collocarla precisamente in un periodo dell’anno, anche se
recenti studi ammettono che incorrere in tale affezione possa essere più
frequente nella stagione fredda, dunque d’inverno piuttosto che in primavera o
estate, i soggetti predisposti possono andare incontro al fenomeno.
Il classico prurito diffuso su gran parte del corpo, i pomfi
rossi che sono i chiari sintomi di un’orticaria in atto, riconoscono più alla
stagione fredda piuttosto che a quella calda il periodo di maggior frequenza
dei fenomeni di riacutizzazione per quelle
forme soprattutto ascritte a quella che si definisce orticaria “da freddo” e
che risente non solo del freddo in sé, ma anche degli sbalzi termici e di
quelle attività fisiche svolte generalmente al chiuso come avviene in casa o in
palestra.
E se dunque si parla di orticaria non possono non suscitare
interesse i dati che riprendono nel suo insieme tale affezione, ovvero, dai più
recenti dati a disposizione è emerso che venti persone su cento almeno una
volta nella loro vita ha sofferto di uno o più episodi del fenomeno che
riguarda però più la donna che l’uomo e che l’età a maggior rischio per
incorrere in un’orticaria è quella appartenente alla fascia che va dai 20 ai 40 anni. Ovviamente parliamo
di quelle situazioni in cui la sintomatologia non debba ascriversi a fattori
concomitanti in grado da soli a scatenare il fenomeno, ad esempio, l’utilizzo
di certi farmaci o l’ingestione di certi alimenti “vietati” per quei soggetti predisposti.
Secondo Ornella De Pità, Presidente Adoi, l’Associazione Dermatologi
Ospedalieri Italiani e primario del Laboratorio di Immunologia e Allergologia
dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata IRCSS di Roma, “ la forma più diffusa
è quella acuta e copre circa i due terzi delle orticarie. Un terzo dei pazienti
è affetto poi da una forma cronica, la cui causa resta spesso sconosciuta”.
Come si cura un’orticaria
A parere dei medici l’uso dei cosiddetti farmaci antistaminici resta la soluzione migliore, anche perché garantisce un alto
livello di efficacia, sicurezza e praticità di utilizzo, come accade ad esempio
con una recente molecola quale di fatto è l’Ebastina, un’antagonista dei
recettori dell’istamina.
“Per quanto riguarda la terapia non ci sono state grosse
novità in quest’ultimo periodo, il cardine della terapia è l’antistaminico. Il
preparato liofilizzato messo sotto la lingua permette assorbimento molto rapido”,
ha detto Paolo Pigatto, professore associato di Dermatologia dell’Università di
Milano, IRCCS Galeazzi.
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