Certo qualcuno dirà, ma la cura contro l’ipercolesterolemia,
ovvero, l’eccesso di colesterolo nel sangue, causa di gravi
malattie nel tempo, dall’infarto all’ictus, non esiste già da
quando abbiamo scoperto le statine? Certo che si, ma in campo
medico si fanno tutti i giorni sempre più passi avanti, al punto che, per
quanto attiene l’ipercolesterolemia, abbiamo una nuova molecola che pare
promettere risultati ancora migliori.
Si tratta infatti di un inedito anti-colesterolo, realizzato dalla
Genzyme, un’azienda del Gruppo Sanofi insieme a Isis Pharmaceuticals Inc.
La molecola in questione si chiama mipomersen, il capostipite degli inibitori di sintesi dell’apolipoproteina B. Compito di
questo farmaco è quello di ridurre il colesterolo Ldl, tenendo
conto che con Ldl e HDL si intendono quelle proteine che lo veicolano nel
sangue, ovvero, LDL e HDL, le prime hanno un’azione negativa
perché facilitano la permanenza del colesterolo all’interno delle arterie,
favorendo la formazione di placche aterosclerotiche, causa di
infarto e ictus, mentre le HDL non lasciano il colesterolo “circolare” nelle
arterie ma lo trasportano verso il fegato, dove viene metabolizzato. Dunque si
è soliti definire
colesterolo Ldl, quello “cattivo”.Lo studio che ha portato alla
realizzazione di questo nuovo farmaco anti colesterolo, mipomersen, appunto, si
rivolge a pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (Hefh). Si è
infatti osservato che tale farmaco ha la possibilità di ridurre proprio il
colesterolo cattivo e tutte quelle lipoproteine aterogene causa di malattie.
Tutto ciò, quando la terapia con il nuovo principio attivo è associato alla
terapia ipolipemizzante esistente.
Lo studio è stato condotto su 124 pazienti affetti da coronaropatia insieme a 58
pazienti la cui coronaropatia era di tipo familiare e congenita. Si è potuto
constatare dunque come mipomersen abbia ridotto il colesterolo Ldl del 28% e
del 36% nei due gruppi di persone che si sono sottoposte allo studio, contro un
incremento del 5% e del 13% nei soggetti trattati con placebo.
Contestualmente si è voluto osservare cosa accadeva a quei pazienti con elevati
livelli di Lp(a), intendendo con questa sigla la lipoproteina (a) che può
essere definita come una particella lipoproteica, i cui elevati livelli
plasmatici di Lp (a) sono stati correlati con un maggior rischio di malattie
cardiovascolari aterotrombotiche attraverso un meccanismo che non è stato
ancora definito. Tenendo conto nello studio svolto, anche di questa sostanza si
è osservato che all’inizio dei test, i pazienti arruolati presentavano livelli
di questa lipoproteina alti superiori del 20% il valore definito normale. Dopo
utilizzo del farmaco anti-colesterolo invece, la Lp(a) è scesa in media del 21% nel primo gruppo
di malati e del 39% nel secondo gruppo, rispetto allo 0% e al 5% dei rispettivi
gruppi placebo. Si intende bene perché la scienza medica attende con ansia il nuovo farmaco
mipomersen.
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