Pensate che gli italiani, pur
perfettamente informati del fatto che il sale, se consumato in eccesso fa male
alla salute, si pensi al ruolo detenuto da questo composto sulla pressionearteriosa, quando si tratta di sedersi a tavola lo ricordano sempre?
Tutt’altro! Gli italiani una volta a tavola dimenticano
che le malattie cardiovascolari nel nostro Paese uccidono qualcosa come 240
mila persone all’anno, ovvero, su cento morti 40 sono ascrivibili ad infarti,
cardiopatie e malattie cerebrovascolari, così come sempre i nostri connazionali
dimenticano anche che 15 milioni di italiani sono di fatto ipertesi. Una situazione allarmante quella che
riguarda lo stato di salute nel nostro Paese che potrebbe ricondursi alla quasi
normalità se si desse ascolto alle Autorità Sanitarie, quando ci consigliano di
non consumare più di sei grammi di sale da aggiungersi al cibo ogni giorno,
leggi poco più di un cucchiaino da caffè.
Si tratta a questo punto di capire se la
colpa è solo di noi italiani che ricorriamo troppo facilmente al sale per
condire gli alimenti, oppure se larga parte della responsabilità andrebbe
ascritta alle industrie alimentari. E’ proprio a questo punto che bisogna
additare tali industrie che in fatto di aggiunta di sale nei loro cibi
confezionati non si fanno mancare nulla.Il risultato è che, se prendiamo ad esempio
i crackers, anche quelli meno salati, ci accorgiamo che questi biscotti
apportano già da soli una quantità di sale pari al 10% di quei sei grammi
ammessi nell’alimentazione giornaliera. Ma dove si rischia di più è nella pizza
surgelata, basti pensare che in un solo prodotto del genere, ad esempio, la Focaccia Rustica ,
si assumono con una porzione, in una sola volta, i sei grammi giornalieri
consentiti. Ma va pure male pure con i risotti pronti, le zuppe e le paste
surgelate ed i dadi da brodo, insomma, le industrie alimentari hanno poco a
cuore la nostra salute, tanto da “salarci” in maniera eccessiva!
Prima
vi ammaliamo, poi vi curiamo!
Ma a questo punto ci si chiede la
motivazione per cui l’industria alimentare italiana, ma scopriamo che in
America le cose vanno anche peggio, trascura in maniera tanto plateale il
nostro benessere. Semplice, secondo i ricercatori, nonostante sia ormai
risaputo i danni annessi ad un’alimentazione troppo salata, non si fa nulla per
diminuire il contenuto di sale negli alimenti commercializzati per il semplice
motivo che le industrie alimentari sono spesso le stesse che producono linee di
integratori o probiotici per rimediare in qualche modo all’aumento di cloruro
di sodio nelle nostre tavole. Tali composti, aggiunti ai diversi
antiossidanti, hanno di fatto aperto un mercato parallelo che cerca di
contrapporsi ad una dieta troppo salata. Stando così le cose, come possiamo
sperare in una presa di posizione da parte di quelle industrie che da una parte
ci inducono ad un’alimentazione sbagliata e dall’altra tentano di correggerla, sia
pure con costi sicuramente…. salati richiesti ai consumatori?
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