Di norma gli amici a quattro zampe, i cani
nello specifico, si ammalano a causa di patologie cosidette “specie specifica”,
ovvero, che riguardano la loro sola specie, ma vi sono malattie come la Leishmaniosi che possono riguardare oltre i cani, anche l’uomo e sarà per questo che su questa
malattia si è fatta tanta confusione.
Parlando di Leishmaniosi, ci si accorge che
un recente sondaggio svolto in Italia su famiglie che detenevano almeno un cane
in casa, soltanto 15 proprietari di cani su cento conoscevano questa patologia,
grave, soprattutto per il cane e, per di più, in crescita nelle zone
caratterizzate da climi caldi.
Conoscere un po’ meglio tale patologia
sarebbe utile, anche al fine di prevenirla e curarla precocemente laddove si
fosse già manifestata. Intanto rammentiamo che la Leishmaniosi in
Italia presenta una maggiore incidenza nelle isole maggiori e nel sud d’Italia,
con una
percentuale d’incremento che può giungere fino al 60%, al Sud. Più bassa la
frequenza nel Nord Est, visto che in quelle zone si parla di incidenza pari al
38%. «Il cane non
rappresenta comunque un rischio diretto di trasmissione della malattia - ha
precisato Luigi Gradoni del Reparto di malattie trasmesse da vettori del Dipartimento
malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto superiore di
sanità (Iss) - perchè è sempre necessaria la puntura da parte dell’insetto di un animale malato e poi
dell’uomo».
Nell’uomo la forma più grave è la
cosiddetta viscerale, in qualche caso mortale, altrimenti l’andamento della
malattia il più delle volte è benigno. Secondo Marco Melosi vicepresidente
dell’Associazione nazionale Medici Veterinari Italiani, per combattere al
meglio la patologia è necessario che il cane venga protetto più che mai dal flebotomo che trasmette la
patologia, ciò avviene facendo dormire l’animale all’interno delle abitazioni o
proteggendo i canili con apposite zanzariere, e attraverso l’applicazione nei
mesi più a rischio, quelli estivi, di medicinali
veterinari che impediscono all’insetto di colpire.
Fra le razze più colpite «ci sono i boxer, gli alani - prosegue il veterinario - e in generale altre razze canine a pelo corto. I meticci, invece, sono generalmente più resistenti nei confronti del parassita e si ammalano più raramente, così come avviene per altri disturbi».
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