martedì 21 agosto 2012

Asma infantile: la soluzione? la campagna


L’asma colpisce più i bambini che vivono in città, rispetto a quelli che vivono in campagna. Lo sostiene uno studio epidemiologico tedesco giustificando questa realtà con il fatto che i bambini che vivono in zone rurali vengono maggiormente in contatto con tutta una serie di microrganismi, funghi compresi, che stimolano e fortificano il loro sistema immunitario.

Oltretutto l’asma è un disturbo cronico che, non solo è diffuso in larga misura in tutta Europa, ma si sta diffondendo sempre di più, ne consegue che l’attenzione del mondo scientifico è alta verso quelle che possono essere non solo le cure del disturbo ma, soprattutto, le cause e se consideriamo che stiamo parlando di bambini, si comprende bene che prima si agisce sulle cause e maggiori sono le possibilità di successi terapeutici per tali manifestazioni patologiche. 

Analizzando così gli eventuali microrganismi presenti nelle camerette di bambini che vivevano in campagna con quelle dei loro coetanei che vivevano in città, si è scoperto che quest’ultimi avevano una varietà infinità di agenti in meno con i quali venire in contatto diretto rispetto ai bambini che vivono in campagna. Proprio quei batteri e funghi che abbondano nelle aree rurali si comporterebbero come veri e propri  “guardiani della salute”, spiegano i ricercatori, sul New England Journal of Medicine, ma il meccanismo non è chiaro.

Lo studio è tanto più importante se si considera anche che fino adesso la maggiore presenza di soggetti allergici in città si era attribuita al solo inquinamento urbano di gran lunga maggiore che in campagna. Si è visto invece che non sono soltanto gli allergeni “cittadini” a scatenare l’asma, ma anche le ridotte capacità dell’organismo di fronteggiarla a causa di una sorta di “debolezza” del sistema immunitario. E, comunque, non basta la sola la diversità dei microbi presenti nelle campagne per spiegare tale fenomeno, è probabile che si tratti di una particolare associazione di microrganismi a stimolare l’effetto protettivo come, spiega Ege. “Alcuni bacilli e  staffilococchi – Staphylococcus sciuri, per esempio – e funghi come quelli del genere Erotium.“

Il prossimo passo perciò sarà quello di scendere al livello delle singole specie per analizzare il collegamento con la probabilità di sviluppare l’asma.

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