Chi lo avrebbe mai detto, eppure oggi a
rischio di sviluppare importanti malattie cardiovascolari sono proprio i
bambini che già in età scolare presentano un assetto lipidico compromesso con
elevata ipercolesterolemia nel sangue, insomma, sono potrebbero essere i potenziali infartuati di domani. Lo avrebbero stabilito studiosi, fra i quali il
pediatra Antonio de Novellis, presidente dell'UNP (Unione Nazionale Pediatri),
che ha svelato dati allarmanti, analizzando un campione di 320 bambini della
Scuola Elementare Giulia Gonzaga di Fondi. Sciorinando i dati si osserva come
su 320 bambini osservati, quasi 135 sono già affetti da ipercolesterolemia, ne
deriva, che quasi la metà di questi piccoli scolari, se pensiamo che hanno
un’età compresa fra i 6 e i 10 anni, rischia di andare incontro ad un infarto (45% del campione esaminato) nel tempo.
Antonio de Novellis ha
condotto la ricerca con il Prof. Francesco Martino della Clinica Pediatrica di
Roma, che è il centro di riferimento regionale per le lipidemie infantili e con
il Prof. Tarcisio Niglio del Centro Elaborazione Dati dell'Istituto Superiore
di Sanità. Insieme a loro collaborano tutt'ora il Dottor Maragoni ed altri
pediatri del territorio. Il punto fondamentale della ricerca, la seconda in
Italia (la prima è stata condotta in Calabria), sta nell' aver raccolto, oltre
ai dati epidemiologici, anche i dati laboratoristici.
Come si è
potuto stabilire tutto ciò?
Si è giunti ad affermare tale risultato sottoponendo
i piccoli ad un semplice esame del sangue volto a determinare la glicemia e la
quantità di colesterolo nel sangue di questi bambini. Sulla base di questi
primi risultati si è potuto anche stabilire l’eventuale predisposizione
familiare dei piccoli pazienti alle
malattie cardiovascolari e, soprattutto, sulla scorta dei dati a disposizione
evinti da apposito questionario, si è osservato che l’eccessiva e spesso errata
alimentazione, lo scarso movimento, il tipo di giochi che sono soliti oggi
praticare i bambini, sono l’anticamera per sviluppare molto presto una malattia
cardiovascolare.
«I dati attuali, ancora approssimativi, ci mostrano un perfetto allineamento con i dati nazionali. Dunque bambini con abitudini sbagliate: vita sedentaria, alimentazione poco corretta, niente prima colazione, poche vitamine e tanti grassi. Quasi la metà del campione esaminato presenta delle alterazioni dell'assetto lipidico, in particolare il colesterolo, a soli 6 anni». Lo scopo della ricerca è di individuare i soggetti a rischio, curarli ma soprattutto cercare di attuare un'inversione di marcia delle abitudini quotidiane, premendo sulla prevenzione e sull'informazione dei genitori. Il costo della prevenzione per i 5 milioni di bambini dai 6 ai 13 anni è stimato in circa 2 euro a bambino, cifra irrisoria rispetto al costo della cura per le malattie cardiovascolari, considerando che ogni adulto infartuato costa in media al Servizio Sanitario Nazionale ben 3000 euro. Solo con la prevenzione si potrà evitare che i bambini di oggi diventino gli infartuati di domani. La ricerca è però attualmente ferma. I dati vanno a rilento perché tutto lo staff è formato da volontari. Unico sussidio sul quale contano medici ed infermieri sono i 20 mila euro concessi dalla Provincia di Latina. «Il Presidente Armando Cusani ci ha assistito e ci sta ancora assistendo. Una grande mano ci viene anche dall Asl di Latina che ci dà la possibilità di appoggiarci all'Ospedale di Fondi per le analisi cliniche» - conclude De Novellis.
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