Sicuri, garantiti, testati, efficaci…. Di che si parla? Del farmaco
generico o equivalente, ovvero, di quei farmaci che una volta scaduto il
brevetto da parte della Casa farmaceutica che per prima l’ha immessi sul
mercato, continuano ad essere prodotti, spesso solo confezionati, da altre Case
o laboratori farmaceutici o, addirittura, dalle stesse aziende che le
producevano all’origine mediante Case satelliti all'uopo predisposte. Ne deriva che, se consideriamo
i costi abbattuti dei farmaci equivalenti, a volte anche del 40/50%, a tutto
ristoro del S.S.N. e dunque dei cittadini, tali sostanze dovrebbero spopolare
ed invece, a sorpresa, in Italia i farmaci equivalenti, nonostante le campagne
informative, sono ancora poco utilizzati. Il dato non è stato tuttavia aggiornato dopo la riforma che ha di fatto obbligato i medici a prescrivere soltanto il farmaco contraddistinto dal principio attivo, la sostanza di fatto utile per curare la malattia.
Ma è colpa dei pazienti? In parte, ma solo in parte. E’
responsabilità dei medici prescrittori che guardano troppo spesso al farmaco
generico con sospetto. Ed in questo in Italia siamo molto vicini all’atteggiamento
diffidente che ancora molti medici del nostro Paese hanno nei confronti del
generico alla stregua di quanto avviene anche in America. Lo dice lo Studio condotto presso il Brigham and Women's Hospital dell'Harvard
Medical School di Boston (Stati Uniti che indica, appunto, come molti medici
americani tendono ad avere un atteggiamento ingiustamente
"diffidente" nei confronti dei farmaci generici e a proporli meno
frequentemente di quanto potrebbero (Shrank WH et al. Ann Pharmacother, 2011; 45:31-8).
Comparando il dato americano a quello italiano, scopriamo come ci siano tanti punti di contatto fra i "camici bianchi" di “casa nostra” e quelli d’oltreoceano. Ad esempio sarebbe emerso
che negli States, un medico su quattro dichiara di non avere fiducia del
generico e sulla sua qualità. Addirittura, in America, con la stessa
percentuale, i medici dichiarano che se dovessero curare loro familiari non
userebbero il farmaco equivalente e, ancora, ritengono che in prima
battuta un percorso terapeutico non possa essere intrapreso con un generico.
C’è da dire che tale atteggiamento dei medici americani è attuato da
loro colleghi più attempati, che hanno un’età superiore ai 55 anni e, che
dunque, sono quanto mai restii ad innovarsi. Lo dimostra il fatto che
quest’ultimi esprimono pareri negativi nei confronti dei farmaci equivalenti,
rispetto ai più giovani colleghi, 3,3 volte più spesso rispetto alla
qualità dei farmaci non branded (ovvero farmaci griffati o di marca), 5,8
volte più spesso rispetto alla loro assunzione in prima persona e 7,3 volte più
spesso rispetto all'eventuale somministrazione a moglie, figli e genitori.
Ci si può fidare dei farmaci generici?
Non c’è motivo alcuno per non preferire il generico, lo dimostra il
fatto che questi farmaci sono prodotti in ossequio alle norme di sicurezza e
gli standard qualitativi che sono previsti per tutti gli altri farmaci. E chi
lo dice che realmente sia così? Lo dicono gli studi che sono stati svolti fino
adesso che ne certificano la sovrapponibilità terapeutica con i
corrispettivi di marca anche in aree delicate come quella cardiovascolare
(Kesselheim AS et al. JAMA, 2008;
300:2514-26).
Ma allora perché si prescrivono con il
“lanternino”?
Secondo i ricercatori dell’Harvard Medical School, tale
situazione è causata dalla pressione
delle Case farmaceutiche e dalla scarsa altrettanto pressione che i produttori
di generici esercitano sui medici nell’indurre a prescrivere i generici. Del
resto, inutile negare che, a parere degli stessi ricercatori, in America, ma la
stessa cosa vale anche per l'Italia, fatta cento l’informazione sui farmaci, ben
75 è la quota spettante alle aziende produttrici di sostanze farmaceutiche tramite i loro
informatori.
«In tutto il mondo ci si cura con i generici» ha sottolineato
Giorgio Foresti, presidente AssoGenerici. «L'obiettivo della campagna è far sì
che anche in Italia si raggiunga lo stesso livello di ricorso al generico del
resto d'Europa, superando pregiudizi che non hanno alcuna ragion d'essere. Per
ottenere questo risultato, però, bisogna innanzitutto dare un messaggio
positivo e cioè che i medicinali equivalenti rispondono agli stessi criteri di
qualità, sicurezza ed efficacia degli originatori. Non è soltanto una questione
di prezzo». E ciò in quanto parliamo di medicinali che
rispondono agli stessi criteri di qualità, sicurezza ed efficacia dei farmaci
di marca corrispondenti (originatori) e che per questo rappresentano nei paesi
dell'UE la quota maggioritaria delle prescrizioni.
"In pratica tutto il mondo si cura con i generici e l'obiettivo della campagna - dichiara Giorgio Foresti - presidente di AssoGenerici - è far sì che anche in Italia si raggiunga lo stesso livello di ricorso al farmaco generico - equivalente che si registra nel resto d'Europa, superando pregiudizi che non hanno alcuna ragion d'essere. Per ottenere questo risultato, però, bisogna innanzitutto dare un messaggio positivo e cioè che i medicinali equivalenti rispondono agli stessi criteri di qualità, sicurezza ed efficacia degli originatori. Non è soltanto una questione di prezzo, come si è cercato di far passare in questi anni, quasi si fosse di fronte a un farmaco di serie B".
Sono piu' o meno 3 anni che ordino il viagra generico online e mi trovo molto bene.Se sara' possibile acquistare il generico in farmacia allo stesso prezzo che quello venduto online allora non vedo l'ora.Nel frattempo continuero' ad acquistare il viagra su pharmacy-4u.net . Per fortuna niente dogana e il plico e' anonimo. Consiglio a tutti di passare al generico perche' funziona altrettanto bene e costa di meno.
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