Si
aprono nuovi nella cura di uno dei più aggressivi tumori
quale di fatto è il melanoma, la gravissima malattia ad esito infausto diffusa
nella popolazione umana a tutte le età e soprattutto laddove ci si esponga per
troppo tempo e senza difese all’azione diretta di raggi solari e lampade
abbronzanti. Epidemiologicamente
parlando, il melanoma è meno frequente nelle donne rispetto agli uomini, mentre
le età di incidenza massima vanno da 35 ai 65 anni (raro in adolescenza ed età
infantile). E' 17 volte più frequente nei soggetti con pelle chiara e nel 5%
dei casi si presenta con lesioni multiple. In occidente negli uomini colpisce
prevalentemente il tronco mentre nella donna gli arti, il collo, il cuoio
capelluto e il volto. Negli uomini di colore si riscontra perlopiù nella pianta
dei piedi (eziologia traumatica).
A livello mondiale, si stima che nell’ultimo decennio
il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno: un aumento di
circa il 15% rispetto al decennio precedente. In Italia la stima dei melanomi e
dei decessi ad essi attribuiti, è tuttora approssimativa: si aggira
attorno a 7.000 casi l’anno. Si comprende bene di quanto grave sia la malattia, per
questo ogni notizia relativa a qualche scoperta scientifica volta a migliorare
la prognosi dei pazienti è quanto mai salutata con gioia!
La
notizia ci viene dalla Svizzera, dove la Roche, una delle aziende farmaceutiche
più importanti e note, ci fa sapere di essere giunta a dei primi risultati
positivi raggiunti con una inedita terapia in grado di elargire ai malati di
melanoma un allungamento significativo della vita, contestualmente ad analogo
periodo in cui si arresta la progressione della malattia. Lo
studio che ha portato a tale risultato si chiama Brim3 su Rg7204 (Plx4032) che,
messo a confronto con l’attuale trattamento fino ad oggi risultato più
aggiornato, ovvero, la somministrazione con dacarbazina, ha permesso di
assistere ad una maggiore sopravvivenza dei pazienti i quali hanno anche
giovato di un periodo maggiore di
assenza di progressione della patologia.
Il
trattamento di cui allo Studio Brim3 su Rg7204 (Plx4032), deve il suo successo
al fatto che agisce sulla mutazione della proteina Braf, risultata importante e
attenzionata con cura dagli scienziati perché la sua mutazione si accompagna
alle forme più aggressive di melanoma.
Il profilo di sicurezza del prodotto è apparso in linea con quello
emerso da studi precedenti. "Per la prima volta - sottolinea Hal Barron,
Chief Medical Officer e capo del Global Product Development di Roche - una
terapia personalizzata sperimentale mostra un significativo beneficio in
termini di sopravvivenza nel melanoma metastatico. Un importante passo avanti
per i pazienti affetti dalla malattia con mutazione del Braf V600, che
attualmente hanno opzioni terapeutiche veramente limitate".
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento