Una
malattia grave come la SLA comincia a far intravedere i suoi lati più oscuri,
grazie alla ricerca scientifica che giorno, dopo giorno, accorcia le distanze
verso la cura di questa grave patologia degenerativa che nella sola Italia
colpisce circa 400 mila persone ogni anno.
Una scoperta importante che s’è fatta strada nell’ultimo periodo riguarda il nesso esistente fra la malattia e i traumi sportivi, almeno secondo quanto sono riusciti a dimostrare ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano. Infatti, tenendo a mente il pensiero di Ettore Beghi, ricercatore del Dipartimento Neuroscienze dell’ Istituto Negri, che ha capitanato uno studio su 377 pazienti colpiti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, “l’aver subito tre o più traumi di una certa importanza triplica il rischio dell’insorgere della malattia“.
Non a
caso infatti si ritiene che la SLA abbia la sua più alta incidenza su ex
sportivi, sopratutto calciatori, rispetto a quanta ne abbia sugli altri. A tale
risultato si sarebbe addivenuti scorrendo a dei test di controllo redatti dai
ricercatori italiani che sono giunti ad un’importante conclusione.
Secondo
questi scienziati, “i risultati ottenuti
mostrano un andamento lineare: all’aumentare del numero di traumi aumenta
anche il rischio di malattia. Lo stesso risultato è stato ottenuto limitando
l’analisi ai traumi avvenuti 5 anni prima l’esordio della patologia escludendo
così eventi forse occorsi in epoche successive all’inizio dei sintomi.”
Ettore Beghi ha spiegato all’agenzia di stampa Adnkronos che
i dati emersi dallo studio permettono di affermare che “si può attribuire
all’evento trauma un ruolo di fattore di rischio per la sclerosi” e che
“la scoperta porta a non escludere un certo legame tra calcio e SLA”.
Inoltre ha aggiunto che “ non sembra invece esserci alcuna correlazione tra
il sito di insorgenza della malattia e la sede dei traumi».
Uno studio importante dunque, che apre la strada ad un’analisi più approfondita
che spieghi il perché i traumi fisici aumentano l’insorgere della patologia.
Nella stessa sede i ricercatori hanno anche fatto una scoperta suggestiva,
ovvero, la caffeina contenuta nel caffè ha effetti positivi contro la SLA. Pare infatti che il consumo di caffè, è risultato minore in tutti i pazienti
affetti da sclerosi. Questo ha consentito di evidenziare “il caffè quale
fattore protettivo in tutte le analisi”.
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