venerdì 21 settembre 2012

Trapianto di cornea: adesso basta!


Basta al trapianto di cornea, una metodica valida sicuramente ma destinata ad avere vita breve per i limiti che tale procedimento comportava laddove si fosse intervenuto per rimediare ad un trauma serio, oppure ad un’ustione, con l’immancabile conseguenza che il paziente restava sicuramente cieco. Adesso arriva dall’Università di Harvard la cheratoprotesiSecondo i ricercatori di questa Università, infatti, è possibile oggi impiantare una cornea artificiale in sostituzione di quella danneggiata, costituita da materiale sintetico e trasparente e, dunque, perfettamente compatibile con le funzioni dell’occhio. I risultati sembrano eccellenti, visto che a duemila pazienti dove è stata impiantata la nuova cornea si sta assistendo a miglioramenti davvero promettenti.

“Negli ultimi decenni il trapianto di cornea è diventato un intervento con una elevata percentuale di successo grazie ai progressi delle tecniche chirurgiche e delle terapie post operatorie. Tuttavia vi sono casi in cui un trapianto tradizionale non basta”, spiega il Dott. Aldo Fronterrè (www.aldofronterre.it), oculista di Milano e Pavia, specialista in Chirurgia Corneale, e pioniere della tecnica in Italia, già collaboratore della Massachusetts Eye and Ear Infirmary dell’Università di Harvard. Per rendere più chiara la metodica, si suole paragonare l’occhio ad una macchina fotografica, dove proprio la cornea si dovrà immaginarla come la lentina dell’obiettivo che, laddove perdesse trasparenza, renderebbe opache le foto, come avviene nella realtà a quei pazienti che hanno la cornea danneggiata e che finiscono per giungere fino alla cecità, laddove la cornea fosse irrimediabilmente compromessa.

“Bisogna ricorrere ad altre soluzioni nei casi di malattie congenite (opacità corneali pediatriche), aniridia, cheratite erpetica, esiti cicatriziali. I pazienti non hanno la speranza che un trapianto tradizionale possa ridare loro la vista –prosegue Fonterrè- Con questa nuova tecnica invece si ha l’opportunità di riacquistare una buona visione. La protesi è costituita in polimetilmetacrilato, un materiale sintetico trasparente con una ottima tollerabilità ed eccellenti proprietà ottiche”. La ‘Boston Keratoprothesis’ consiste nella sostituzione della cornea del paziente con una protesi in titanio e polimetilmetacrilato, inserita in un lembo di cornea di donatore, che funge da supporto, e quindi viene impiantata nell’occhio del paziente insieme a una lente a contatto. Prima dell’intervento il paziente è sottoposto ad un’accurata visita oculistica, per stabilire se è un buon candidato per questa chirurgia. “L’intervento dura un’ora e quindici minuti in anestesia locale (si ricorre alla generale per i bambini) e viene eseguito in day-hospital –conclude Fronterrè- Il paziente quindi può ritornare a casa il giorno stesso”.

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