Lo
suggerirebbe uno studio scientifico recente effettuato da Britton Trabert e
suoi collaboratori del Dipartimento di Epidemiologia della University of
Washington svoltosi a Seattle su una nutrita popolazione di pazienti esaminati,
ovvero 684 donne alle quali era stata confermata una diagnosi di endometriosi. Secondo
tale studio, si sarebbe sorprendentemente
constatato che anche a tavola si può incidere o meno sulle probabilità di
contrarre l’endometriosi, tant’è che selezionando i cibi attraverso il Food
frequency questionnaire della Women's health iniziative, si sarebbe giunti alla
constatazione che la possibilità di ammalarsi della patologia è maggiore a
seconda di cosa si consumi in tavola e, dunque, sempre secondo questi
scienziati, il maggior consumo di frutta esporrebbe maggiormente
all’endometriosi.
Sempre secondo la ricerca, quelle donne che consumavano più grassi e meno frutta avevano minori possibilità di andare incontro ad endometriosi, mentre quelle che consumavano più frutta (beta-carotene in particolare), avevano maggiori possibilità di incorrere nella malattia. È emersa anche un'indicazione congruente con la riduzione del rischio di endometriosi in associazione al consumo di prodotti caseari (due o più porzioni al giorno sembrerebbero protettive rispetto a una o nessuna porzione) ma tale associazione non è statisticamente significativa.
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