La malattia è tremenda, pur
se rara, una patologia che non porta solamente a morte precoce il paziente, fa
di peggio, visto che chi si ammala, finchè vive è costretto ad una qualità
della vita inaccettabile al punto che, per quanto sia rabbrividente la cosa, è
tanto grave e incurabile la patologia che nei bambini in tenerissima età che si
sono ammalati alla nascita si era persino pensato, per evitare inutile ed
atroci sofferenze, ben sapendo oltretutto che in quelle condizioni ai piccoli
pazienti restava poco da vivere, di ricorrere all’eutanasia. Stiamo parlando
della epidermolisi distrofica bollosa.
Parliamo di una malattia
genetica per la quale però, qualcosa all’orizzonte si muove riguardo un
possibile trattamento terapeutico. Il mondo scientifico plaude alle ultime
scoperte riguardo questa malattia anche perché, parrebbe di intendere, pur senza alimentare false speranze, di tutti gli studi fino adesso condotti,
quelli effettuati da ricercatori dell’Università del Minnesota capitanati da
John Wagner che hanno pubblicato i lavori “New England Journal of
Medicine”, sembrerebbero i più vicini ad una
soluzione definitiva del problema. Parliamo, come detto, di una
malattia gravissima, ereditaria, congenita e causa nel bambino di ulcerazioni
della pelle tanto estese che sovente nel piccolo si assiste alla saldatura
delle dita delle mani a causa degli essudati afferenti l’infezione che finisce
per incollare le parti anatomiche. Poiché la patologia non si limita ad
interessare la pelle, che, oltretutto, è sede di lacerazioni sempre più estese
al progredire della malattia, la prognosi per questi pazienti è quasi sempre
infausta, anche se alcuni di questi malati riescono a vivere fino a 20 anni,
alcuni anche a 30, ma con un carico di sofferenza davvero elevato. Il motivo
per cui il paziente decede è dovuto alle infezioni continue cui viene fatto
oggetto dalla nascita a causa delle lacerazioni della pelle e non solo, visto
che quasi sempre la malattia finisce per interessare organi interni, quali il
sistema cardiovascolare e digerente anticipando l’exitus.
Ma qual è la buona notizia?
Se fosse suffragata da ulteriori indagini, cosa che potrebbe avvenire entro
breve tempo, la notizia sarebbe eccellente, visto che la soluzione al problema,
sia pure in via sperimentale è già avvenuta con
il ricorso alle cellule staminali prelevate dal midollo osseo dello
stesso paziente e impiantate in sostituzione di quelle cellule della pelle, del
digerente e del cuore che sono malate.
In atto sono dieci i bambini
che hanno subito il trattamento con le cellule staminali e tutti hanno risposto
al trattamento, anche se, occorre dire, non tutti hanno tratto lo stesso grado
di beneficio, dall’impianto di queste cellule, oltretutto la tecnica è anche in
corso di perfezionamento, così come
occorre anche ricordare che, purtroppo, per due bambini appartenenti al gruppo
di coloro che si erano sottoposti ad impianto, la prognosi è stata ugualmente
infausta a causa di complicazioni sopravvenute.
La scienza è tuttavia
ottimista, quando ammette che, pur con le dovute cautele e con la
consapevolezza che necessitano ulteriori studi e verifiche, per i medici del
team di Wagner si tratta di un successo senza precedenti. Lo studio è
innovativo perché è la prima volta che si usa in questo modo il midollo osseo.
“Fino ad oggi il trapianto di midollo osseo è stato usato solo per riparare
altro midollo danneggiato malato,” ha spiegato John Wagner, uno degli autori
della ricerca.
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