Non sempre il rapporto esistente fra le mamme dei piccoli pazienti ed i pediatri è del tutto ottimale, lo dimostra
un’indagine condotta dalla Regione Veneto, ma pensiamo che la stessa indagine
condotta in ogni altra parte d’Italia sarebbe giunta alla stessa conclusione e cioè,
che secondo quanto asserito da un campione di 276 pediatri, quasi il 63% delle
madri dei loro piccoli pazienti richiede una terapia per il proprio figlio.
I farmaci più richiesti sono gli
antibiotici ed i Fans per la convinzione da parte di madri e nonne dell’esistenza di patologie spesso immaginate solo dagli adulti. Quando invece la domanda si pone alle mamme, queste rispondono che solo in un
caso su dieci hanno sollecitato una cura faramacologica. Segno che non sempre
medici e pazienti si intendono al meglio. Tuttavia il carico di terapie richieste e prescritte
spontaneamente è abbastanza cospicuo, si vede dal carico di Fans dispensati
dalle farmacie, in primis e spesso magari abusati dalla mamme nei confronti dei
piccoli. A questo punto l’auspicio è di addivenire ad un aggiornamento delle indicazioni
da riportarsi nel foglietto illustrativo interno, con particolare riferimento
agli effetti collaterali.
L’attenzione degli esperti è caduta ad
esempio sull’acido niflumico, il Neflam, utilizzato come antinfiammatorio e
antidolorifico per diversi sintomi e dolori a seguito, ad esempio, di malattie
quali l’otite, le
infiammazioni del cavo orale e il mal di denti dimostrando
una pronta efficacia; tuttavia un’indagine effettuata da Altroconsumo
suggerisce al Ministero di apporre delle nuove linee guida da aggiungere nel
foglietto illustrativo di questo farmaco imponendo al produttore di agire al
riguardo. Ecco cosa chiede sia inserito all’interno della scatola del farmaco,
l’Associazione Altroconusmo.
Si richiede che sia posta
particolare attenzione a rendere ben visibile nelle avvertenze che non bisogna
superare i 4-5 giorni di terapia; data la tossicità locale, la somministrazione
per via rettale deve essere la più breve possibile; il farmaco può contribuire
a scatenare una crisi d’asma; in particolare nei bambini, può aumentare il
rischio di reazioni delle mucose o della pelle gravi (come eruzioni sulla
pelle, prurito, orticaria…); può causare nei pazienti emorragie e ulcere; va
usato con cautela in pazienti con infezioni in atto: può mascherarne i sintomi;
non deve mai essere usato in caso di varicella; può causare insufficienza
renale acuta in chi è a rischio; interagisce con molti altri farmaci; nel formato
in capsule, questo farmaco contiene E122 (azorubicina), additivo che può
scatenare reazioni allergiche. Insomma, i buoni motivi per limitare l’uso di
acido niflumico ai casi in cui è indispensabile ci sono e sono tanti.
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