Potrebbe esserci una relazione
“pericolosa” fra l’eventualità per una donna di andare incontro a malattie
importanti, invalidanti e a volte con esiti mortali, quali infarti ed ictus ed
il numero di figli che le stesse hanno partorito? Probabilmente si, almeno così avrebbe stabilito un
articolo pubblicato sulla rivista scientifica American Heart Jounal che ha
effettuato un lungo a articolato studio su ben un milione e trecentomila donne
di età superiore ai 50 anni per un periodo di osservazione durato ben dieci
anni.
Secondo lo studio, il numero di
infarti, gravi malattie cardiovascolari e via di seguito, è direttamente proporzionale al numero di figli messo al mondo. Non a caso,
occorre specificare, la ricerca è stata condotta su donne di età superiore ai 50 anni, presumibilmente tutti in menopausa, atteso che i guasti a cuore e
circolazione nel sesso femminile iniziano per lo più al cessare delle
mestruazioni al momento in cui le donne perdono il cosiddetto “ ombrello
protettivo “.Tornando alla ricerca si sarebbe
visto che mantenevano l’integrità pressocchè completa del cuore a meno di
patologie insorte da altra causa, le donne che avevano partorito non più di due
figli, la stessa situazione si verificava in quelle donne prive di prole,
mentre nelle donne che avevano procreato tre figli il rischio cardiovascolare
aumentava del 10%, mentre schizzava tale pericolo a livelli importanti, dal 30
al 60%, in quelle donne che avevano partorito quattro figli o cinque e più. Non si conoscono le motivazioni di tali
maggiori rischi nelle donne con numero elevato di prole, il tutto probabilmente
potrebbe essere dovuto al maggiore sforzo che il cuore esercita durante una
gravidanza e al maggiore disequilibrio ormonale che il periodo della gestazione
comporta per le donne; ma siamo tuttavia ancora nell’ambito delle sole ipotesi.
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