martedì 2 ottobre 2012

Parto prematuro: adesso c'è il farmaco che lo evita


Cominciamo col dire che per parto prematuro o pretermine si intende un parto che abbia luogo tra la ventesima e la trentasettesima settimana di gestazione. Con tale evenienza devono fare il conto dieci donne su cento, molto spesso perché all’origine di ciò v’è una storia di infezioni o infiammazioni di cui soffre la madre, ma anche forti stress cui sia andata incontro la gravida, così come importante anche ai fini di un parto pretermine l’anomalo impianto della placenta e altre cause meno diffuse.

Non entriamo nei dettagli di questa evenienza clinica, segnalando semmai il rischio, più o meno elevato, di mortalità neonatale annesso al parto prematuro, tant’è che è possibile stilare una sorta di prognosi generale sulla base dell’epoca in cui sia avvenuto il parto e relativo rischio per il feto.


Prognosi


Se infatti il parto è avvenuto prima della 20 settimana, generalmente si assiste alla morte del feto. Se avvenuto tra la 20-22 settimana, si assiste ad una sopravvivenza infrequente. Se accaduto fra la 23-25 settimana la sopravvivenza non supera il 10-50% (il 20-30% presenterà complicanze neurologiche). Se avvenuto tra la 25-26 settimana, in questo caso la sopravvivenza sarà del 50-80% (il 10-25% presenterà complicanze neurologiche). Infine, laddove si sia avuto il parto nella 26 settimana la prognosi è molto buona. Premesso ciò e considerando da una parte l’ancora alta incidenza dei parti pretermine e dall’altro i risvolti anche psicologici negativi che determina sulla madre un tale evento, risulterà sicuramente gradito sapere che oggi è stato messo a punto un particolare farmaco, appena approvato dalla FDA, proprio per evitare parti pretermine.

Tale farmaco agisce quando il rischio di parto pretermine sia evidente nella donna prima della trentasettesima settimana, per quelle donne con un solo feto e che abbiano già sofferto in passato di un parto prematuro spontaneo. Ci riferiamo all’ormone progesterone realizzato in laboratorio. La sostanza viene somministrata una volta alla settimana mediante una iniezione intramuscolare già dalla sedicesima settimana. Non è consentito iniziare tale trattamento oltre la ventunesima. La cura viene poi continuata fino al giorno del parto.

A suffragare l’efficacia del farmaco uno studio del National institutes of health che  ha coinvolto 463 donne gravide di un singolo feto e con precedente storia di parto pretermine; il 37 delle gestanti trattate con il farmaco ha partorito prima della trentasettesima settimana rispetto al 55 % delle donne nel gruppo di controllo.


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