Il
lavoro come fonte di stress, il lavoro all’origine anche di malattie, alcune
anche gravi, quando a causa dell’attività lavorativa ci si senta e per lungo
tempo sotto pressione e per questo, si possono rischiare gravi malattie anche
cardiovascolari. Ad
essere esposti i due sessi, ma parrebbe non allo stesso modo, sembrerebbe
infatti che è la donna lavoratrice a pagare per prima la fatica psico-fisica
del lavoro rispetto all’uomo. Sarà perché la donna è solitamente più
perfezionista, più attenta dell’uomo? Non si sa. Si sa invece cosa si è
scoperto grazie ad uno studio scientifico. La
ricerca ha coinvolto una popolazione cospicua di donne lavoratrici. 12.116
infermiere di età compresa fra i 45 e i 64 anni, monitorate per un tempo di 15
anni. Alle donne in questione erano stati predisposti appositi questionari che
indagavano sul loro stato di salute, sullo stile di vita che conducevano, sulla
loro condizione coniugale, sulla presenza o meno di figli in casa, sul tipo di
attività fisica eventualmente praticata, sull’alimentazione che in genere
seguivano e sulla positività o meno nei confronti delle malattie
cardiovascolari.
Alle
stesse donne veniva chiesto di descrivere il loro lavoro, tenendo anche conto
dell’eventuale presunta pressione psicologica cui si ritenevano vittime e sulla
percezione del proprio potere decisionale.
Sarebbe
così emerso che coloro che più di altri subivano pressioni di tipo psicologico
in ambiente lavorativo, erano maggiormente esposte al rischio di ischemie
cardiache. La ricerca ha evidenziato anche che proprio le più giovani, alle
quali era richiesto un surplus di lavoro, compresi turni massacranti, erano più
a rischio infarto. In particolare si è visto che la metà dei 580 casi di
ischemie cardiache che si sono registrate nei quindici anni successivi alla
distribuzione del questionario si è verificata nelle infermiere che all'inizio
della ricerca avevano dichiarato di avvertire una pressione psicologica
eccessiva sul posto di lavoro.
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