Può la vitamina D opporsi al
decadimento cognitivo degli anziani e delle donne in particolare? A quanto pare
si, lo avrebbero stabilito studiosi di EPIDOS, sottoponendo un cospicuo numero
di donne anziane a dei test per studiare l’eventuale azione che la vitamina D
esercitava in esse. Le donne che si sono sottoposte allo
studio erano 5.596 con un’età media di 80 anni e mezzo. Il gruppo è stato
suddiviso in due categorie omogenee, al primo veniva chiesto di assumere
vitamina D al di sotto della soglia ritenuta inadeguata per il fabbisogno
giornaliero, al secondo veniva somministrata una quantità leggermente o uguale
alla soglia ritenuta normale.
Il gruppo di studio è stato
esaminato e valutato non soltanto in base all’età dei partecipanti, ma anche
sulla base della massa corporea dei soggetti, della loro abitudine di esporsi
all’azione diretta dei raggi solari in maniera regolare, in base alla stagione
in cui si è svolto il test sulla base di eventuali disabilità e, soprattutto,
sulla scorta dei dati in possesso dei medici che attestavano lo stato di salute
di queste donne, con particolare riguardo nei confronti di malattie quali
l’ipertensione arteriosa, la depressione, l’utilizzo di farmaci
psicoattivi e il livello di educazione.
L’implementazione di vitamina D nei soggetti sottoposti a
studio è stata esercitata soltanto con la dieta e non integrando la vitamina
con farmaci o sostanze parafarmaceutiche. Sulla scorta di questi dati si sono
studiati i riscontri afferenti ai test di valutazione cognitiva di questi
soggetti e si sarebbe scoperto che le donne che assumevano minori quantità di
vitamina D, al di sotto del fabbisogno giornaliero, avevano una performance
cognitiva peggiore rispetto a quelle donne che assumevano la vitamina in modo
adeguato, tant’è che, in conclusione i ricercatori hanno stabilito che
l'assunzione alimentare settimanale di Vitamina-D è risultata associata a
performance cognitiva nelle donne anziane.
Fonti:( Xagena2010 ) Neurology 2010; 75: 1810-1816 - Neuro2010 Farma2010
Gyne2010
Dove si trova la Vitamina D
Cominciamo col ricordare che la vitamina D è una vitamina
liposolubile, ovvero, si scioglie nei grassi e, dunque, la repertiamo nel
tessuto adiposo dove, fra l’altro, si accumula. D’estate facciamo normalmente
la scorta di tale vitamina perché nella bella stagione l’esposizione ai raggi
solari è, ovviamente, maggiore. L’eventuale integrazione di questa vitamina con
l’alimentazione è possibile propendendo per quegli alimenti che la contengono
in maggior misura. Tali alimenti sono, ad esempio, l’olio di fegato di
merluzzo, le uova, ricordando che la Vit D è
presente nel tuorlo, il tonno, il salmone, il burro, i formaggi grassi. Nei
rari casi di ipervitaminosi D, ovvero quando la vitamina D è in eccesso si
osservano sintomi come nausea, perdita di peso, irritabilità e, nei casi più
gravi, ritardo della crescita fisica e mentale e deposizione del calcio dalle
ossa ai tessuti molli.
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