Uno studio risalente a oltre cinque anni fa e recentemente
tornato in auge, avrebbe dato ancor più risalto all’acido folico, quale
sostanza da assumersi in gravidanza,
risultando ben nota la funzione di tale elemento noto per la sua funzione volta
a ridurre il rischio di malformazioni
del nascituro ed in particolare nello scongiurare il rischio di incidenza della temibile spina
bifida.
La spina bifida è una malformazione dovuta alla chiusura incompleta di una o
più vertebre risultante in una malformazione del midollo
spinale. È la malformazione più frequente del sistema nervoso centrale.La prevalenza
della malattia è di circa uno su 8000 neonati [1]
ma varia molto da paese a paese. Un'influenza sulla prevalenza possono avere le
abitudini alimentari. La somministrazione di acido
folico alle donne prima del concepimento e per le prime 7 settimane di
gravidanza riduce la prevalenza del 60%. (Wikipedia )
Ma c’è dell’altro, secondo lo stesso studio scientifico, si
sarebbe posta in risalto un’altra peculiarità dell’acido folico assunto sempre
dalla donna gravida, che consiste nel prevenire un’altra temibile malformazione
del feto rappresentata dalla Sindrome di Down al punto che, secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, non solo si
sarebbe addivenuti alla consapevolezza che il giusto dosaggio di acido folico
potrebbe ridurre l’incidenza delle due malformazioni, ma si sarebbe anche visto
che le possibilità che il bambino nasca affetto da spina bifida è di gran lunga
superiore laddove nella stessa famiglia esista il rischio di mettere al mondo
bambini affetti da Down. Ne deriva, dunque, che, se da un lato diviene sempre più
centrale il ruolo svolto dall’acido folico nel corso di una gravidanza,
dall’altro sarebbe possibile oggi più di ieri stabilire con maggiore precisione
il dosaggio da consigliarsi alle future mamme alla luce anche dell’anamnesi familiare
che descriva l’eventuale maggior rischio di incorrere in una malformazione
come, appunto, la Sindrome
di Down. Da ricordare che la somministrazione di acido folico, quando
possibile, dovrebbe iniziare ancor prima del concepimento e, comunque, diviene
importantissima nei primi tre mesi di gravidanza. Dovrà comunque essere il
ginecologo a fissare le dosi della sostanza da assumersi, che dovrebbero essere
comprese fra 0,50 fino a 5 mg al giorno a seconda delle necessità della donna
in gestazione.
Ovviamente parliamo di una sostanza reperibile in natura,
ricordando che gli alimenti ricchi di acido folico sono le uova, le verdure a
foglie, da qui l’origine del nome della sostanza, i cereali. Ma se consideriamo
che sovente la donna in gravidanza non si alimenta al meglio, soprattutto
perché proprio nel primo trimestre è più probabile che insorga la nausea,
diviene quasi indispensabile il ricorso agli integratori alimentari, purchè,
anche in questo caso, sia sempre il medico a decidere il dosaggio di questi
preparati.
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