Meglio lasciare sguarniti gli ospedali per l’assenza di emoderivati, oppure bloccare la distribuzione di tali preparati avendo subodorato un rischio per la salute derivante dall’uso di queste sostanze? Intanto ricordiamo che gli emoderivati sono componenti del sangue utilizzati nelle trasfusioni e che si impiegano proprio perché non sempre è possibile disporre di sangue intero, in modo che infondendo solo alcune parti di sangue al paziente, le altre restino disponibili per eventuali altre trasfusioni.
Un bel dilemma, che tiene sulla corda l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Istituto Superiore della Sanità, ma mentre i due Enti litigano, coloro che sono davvero spaventati, spazientiti ed indignati sono i pazienti che hanno bisogno di questi preparati per vivere.
Ma perché si sarebbe giunti a questo stato di cose?
Perché, a dar retta all’Aifa, sugli emoderivati negli ultimi tempi non sono stati fatti gli adeguati controlli ed il rischio di eventuali infezioni virali è tutt’altro che scongiurato. La cosa ancor più grave è rappresentata dalla risposta dell’Istituto Superiore della Sanità che non reagisce veementemente nei confronti dell’Aifa quando sostiene ciò, ma tende a minimizzare il problema, sostenendo che il rischio è minimo, ma non del tutto scongiurato, parrebbe di intendere e che pertanto sarebbe più grave privare i pazienti di questi importanti presidi.
A questo punto l’intervento delle Associazioni dei Consumatori è d’uopo quando affermano, per iniziativa di Federconsumatori, che intervenga il Ministero della Salute:
"Siamo estremamente preoccupati dallo scontro tra Aifa e Istituto Superiore di Sanità relativamente alla denuncia sui mancati controlli sugli emoderivati - afferma l'associazione - Si tratta di una questione gravissima, che riguarda la sicurezza dei cittadini e che, pertanto, deve necessariamente ed immancabilmente essere affrontata con la massima urgenza e con la massima responsabilità da parte del Ministero della Salute. In ogni caso richiediamo che vengano adottate tutte le misure del caso e che i lotti in questione vengano sottoposti ai necessari controlli". Ma sulla notizia sono subito arrivate le rassicurazioni congiunte dell'Aifa e dell'Iss, che parlano di emoderivati "assolutamente sicuri" e di assenza di contrasto sui controlli. In una nota si legge: "Il professore Guido Rasi, direttore dell'agenzia per il farmaco, e il professore Enrico Garaci, presidente dell'Iss, precisano che nessun contrasto riguardante provvedimenti su questi medicinali è mai corso fra Aifa e Iss, tra i quali esiste la più perfetta sintonia, e che il controllo degli emoderivati avviene secondo la farmacopea europea in grado di assicurare un elevatissimo standard di qualità". ''L'Aifa e l'Iss - prosegue la nota - evidenziano che grazie ai rigidi controlli con cui vengono effettuate le trasfusioni nel nostro Paese il sangue italiano è tra i più sicuri al mondo. Riguardo gli emoderivati in oggetto, nel ribadirne l'assoluta sicurezza, i due Enti, con il contributo di tutte le Istituzioni coinvolte, stanno lavorando congiuntamente per superare eventuali problematiche tecniche''.
Ma come si vede sono le stesse Associazioni a ribadire il concetto di precauzione di fronte ad un rischio sia pure minimo, rifacendosi al principio che prevede, in assoluto, la precauzione e che dunque richiede prudenza innanzitutto nell’attesa che ci siano indicazioni più chiare anche sulle cause che hanno portato a lanciare l’allarme, ricordando che a segnalare lo stato di agitazione con un’adeguata campagna di sensibilizzazione a mezzo stampa è stato il quotidiano Repubblica.
"Stiamo parlando di derivati del sangue: con estrema cautela, bisognerebbe conoscere meglio quali sono le fonti dell'allarme lanciato già quasi due anni orsono da Repubblica commentano le Associazioni - È chiaro che, non avendo certezze specifiche, dobbiamo rifarci al passato: in passato ci sono stati grossi problemi legati a prodotti derivati dal sangue. Tuttavia trovo difficile esprimere un giudizio sulla vicenda perché bisognerebbe avere cognizione di causa dei motivi che hanno portato Repubblica a lanciare questo allarme. Di solito, si procede per principio di precauzione: non conoscendo quale sia la sicurezza totale di alcuni prodotti, è opportuno sospenderne l'utilizzo fino a che non si ottengono rassicurazioni. Bisogna però capire di cosa stiamo parlando, cioè se il rischio esposto è meno grave rispetto all'uso di questi prodotti. Le informazioni intorno a questa vicenda sono ancora troppo labili per poter esprimere un giudizio".
La nota di Aifa e Iss afferma però in chiusura: "Riguardo gli emoderivati in oggetto, nel ribadirne l'assoluta sicurezza, i due Enti, con il contributo di tutte le Istituzioni coinvolte, stanno lavorando congiuntamente per superare eventuali problematiche tecniche''.
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