lunedì 5 novembre 2012

Intervento protesi dell'anca: meno rischi operatori


Chi si è sottoposto ad intervento chirurgico di protesi dell’anca o del ginocchio, ben sa che una delle preoccupazioni maggiori che i medici hanno prima dell’intervento è rappresentata dal rischio di eventi tromboembolici che in qualche caso possono mettere a repentaglio la vita del paziente. Per cercare in qualche modo di scongiurare tali pericolosi eventi si somministrano farmaci in grado di opporsi alla coagulazione del sangue onde evitare il rischio di eventi avversi. Ma oggi la ricerca ha compiuto un’importante passo avanti nello studio di quegli anticoagulanti orali per prevenire incidenti di questo tipo, in particolar modo un’eventuale e possibile trombo embolia venosa o una altrettanto pericolosa embolia polmonare. L’ultimo farmaco in ordine di tempo, recentemente approvato dalla Commissione Europea, è Apixaban, un inedito inibitore del fattore Xa, anch’esso somministrabile per via orale e prodotto dall’azienda Bristol-Myers Squibb (Bms)-Pfizer, a 12-24ore dall'intervento.

“L'approvazione di apixaban fornisce ai chirurghi ortopedici europei una nuova opzione nella prevenzione della tromboembolia venosa che risulta più efficace dell'attuale standard di cura costituito da enoxaparina (40 mg una volta al giorno) e, soprattutto, non aumenta il rischio di sanguinamento. La prima approvazione di apixaban a livello mondiale segna una tappa importante per l'alleanza Bms-Pfizer – dichiara Beatrice Cazala, Senior Vice President Commercial Operations e President Global Commercialization in Europe and Emerging Markets di Bms - Siamo fiduciosi che le nostre risorse condivise e di leadership nel trattamento delle malattie cardiovascolari contribuiranno al pieno successo del lancio europeo di apixaban, incrementando il valore e lo sviluppo di questo farmaco". "Siamo entusiasti – afferma Oliver Brandicourt, President e General Manager, Primary Care, Pfizer – di poter rendere disponibile sul mercato europeo questo nuovo farmaco e di fornire ai chirurghi ortopedici un'opzione che possa aiutarli a prevenire la tromboembolia venosa nei pazienti sottoposti a protesi di ginocchio o a intervento.

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