Sono i dati che arrivano da un'inchiesta condotta da Altroconsumo in 160 strutture di 8 città (Milano, Torino, Padova, Firenze, Roma, Bari, Napoli e Palermo). Si tratta di strutture private e miste, convenzionate con il sistema sanitario nazionale. L’Associazione, durante il mese di settembre, ha effettuato prenotazioni di gastroscopie, panoramiche dentali, visite ortopediche, ecografie dell’addome complete, chiedendo informazioni sul tempo di attesa, sul costo, sull’eventuale convenzione con mutue o assicurazioni private.
Una cosa è certa: nel nostro Paese si è fatto già strada, in molte città, un nuovo modello di offerta sanitaria che ha in un certo senso oscurato il rassicurante Servizio sanitario nazionale che finora ci ha distinto dalle costose logiche di cura diffuse in altri Paesi. A fronte di tempi di attesa contenuti (in media, solo qualche giorno), che distinguono nettamente il servizio privato da quello pubblico, sul piano delle tariffe la sanità privata a volte compete con il ticket. Per esempio, se facciamo un’ecografia dell’addome a Bari, Napoli o Palermo i prezzi più bassi rilevati sono allineati con quelli del servizio sanitario (circa 50 euro). Il centro privato compete con l’ospedale anche per la radiografia panoramica dei denti. Se, invece, si tratta di esami complessi, come una gastroscopia, la forbice dei prezzi è ampissima: con l’Ssn costa circa 50 euro, mentre privatamente, può arrivare a costare 520 euro (succede a Milano).
Oltre il ticket c’è l’intra moenia, con cui il cittadino dovrebbe poter scegliere il medico preferito, senza impegnativa e a tariffe controllate, concordate tra il professionista e l’ospedale. Ma dall’inchiesta di Altroconsumo non risulta che sia proprio così: mentre i tempi di attesa sono omogenei e contenuti (in media entro i 3-4 giorni), la tariffa è molto varia, tanto che una visita ortopedica costa tra i 70 e i 150 euro, una gastroscopia da 150 a 380 euro, un’ecografia dell’addome da 70 a 165 euro. In generale, le cure fatte in regime intra moenia non sono particolarmente convenienti per il portafoglio rispetto alle cliniche.
Certo il panorama sanitario è complesso: è un bene che ci siano diverse strade per curarsi, ma non va bene se curarsi diventa sempre più caro, compreso il servizio pubblico (il ticket), e ai cittadini non viene lasciata alternativa se non quella di rinunciare alle cure. “Che il sistema sanitario stia cambiando lo denuncia, per esempio, l’introduzione del super ticket – scrive l’Associazione – Non abbiamo pregiudizi verso una sanità nuova, efficiente e rapida se la professionalità e l’etica dei medici è la stessa; il dubbio è che questa “privatizzazione” progressiva alla lunga rischi di far diventare le cure mediche un lusso per pochi. Come accade già in altre realtà straniere”.
Agenzia Help Consumatori

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