Le parole pronunciate qualche giorno fa dal Premier Mario Monti sulla necessità, per il servizio
sanitario nazionale, di nuove fonti di finanziamento continuano a far discutere
tanto che lui stesso ha dovuto chiarire che non si riferiva ad una
privatizzazione. Il dubbio era venuto a molti e, in
poco tempo, si è diffuso l’allarme che presto anche noi, come gli americani,
avremmo dovuto pagarci le cure mediche. Cosa che in parte avviene già oggi, sia
nel pubblico (con ticket salati) sia nel privato. E spesso la scelta del
privato è anche la più conveniente, in termini di costi e di tempi d’attesa. Ma
il panorama varia molto da città a città: ad esempio a Milano per fare 4 visite
e esami specialistici si pagano 891 euro, ben 500 euro in più rispetto a Napoli.
Sono i dati che arrivano da un'inchiesta condotta da Altroconsumo in 160 strutture di 8 città (Milano, Torino, Padova, Firenze,
Roma, Bari, Napoli e Palermo). Si tratta di strutture
private e miste, convenzionate con il sistema sanitario nazionale.
L’Associazione, durante il mese di settembre, ha effettuato prenotazioni di
gastroscopie, panoramiche dentali, visite ortopediche, ecografie dell’addome
complete, chiedendo informazioni sul tempo di attesa, sul costo, sull’eventuale
convenzione con mutue o assicurazioni private.
Una cosa è certa: nel
nostro Paese si è fatto già strada, in molte città, un nuovo modello di offerta
sanitaria che ha
in un certo senso oscurato il rassicurante Servizio sanitario nazionale che
finora ci ha distinto dalle costose logiche di cura diffuse in altri Paesi. A fronte di tempi di attesa contenuti (in media, solo qualche
giorno), che distinguono nettamente il servizio privato da quello pubblico, sul
piano delle tariffe la sanità privata a volte compete con il ticket. Per esempio, se facciamo un’ecografia
dell’addome a
Bari, Napoli o Palermo i prezzi più bassi rilevati sono allineati con quelli
del servizio sanitario (circa 50 euro). Il centro privato compete con
l’ospedale anche per la radiografia panoramica dei denti. Se, invece, si tratta
di esami
complessi, come una gastroscopia, la forbice dei prezzi è ampissima: con l’Ssn
costa circa 50 euro, mentre privatamente, può arrivare a costare 520 euro
(succede a Milano).
Oltre il ticket c’è l’intra
moenia, con cui il cittadino dovrebbe poter scegliere il medico
preferito, senza impegnativa e a tariffe controllate, concordate tra il
professionista e l’ospedale. Ma dall’inchiesta di Altroconsumo non risulta che
sia proprio così: mentre i tempi di attesa sono omogenei e contenuti (in media
entro i 3-4 giorni), la tariffa è molto varia, tanto che una visita ortopedica
costa tra i 70 e i 150 euro, una gastroscopia da 150 a 380 euro, un’ecografia
dell’addome da 70 a 165 euro. In
generale, le cure fatte in regime intra moenia non sono particolarmente
convenienti per il portafoglio rispetto alle cliniche.
Certo il panorama sanitario è complesso: è un bene che ci siano diverse strade per curarsi, ma non va bene
se curarsi diventa sempre più caro, compreso il servizio pubblico (il ticket),
e ai cittadini non viene lasciata alternativa se non quella di rinunciare alle
cure. “Che il sistema sanitario stia cambiando lo denuncia, per
esempio, l’introduzione del super ticket – scrive l’Associazione – Non abbiamo
pregiudizi verso una sanità nuova, efficiente e rapida se la professionalità e
l’etica dei medici è la stessa; il dubbio è che questa “privatizzazione”
progressiva alla lunga rischi di far diventare le cure mediche un lusso
per pochi. Come accade già in altre realtà straniere”.
Agenzia Help Consumatori
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