Possibile che la nostra Società proiettata sempre di più al futuro, aperta sempre a nuove esperienze, che pare abbiano lasciato indietro
i retaggi del passato, ha finito per riconsiderare un valore la
verginità? Ebbene si! Pur se inaspettatamente rileviamo che negli
ospedali italiani sono stati richiesti ed effettuati qualcosa come 47
interventi della cosiddetta “rivergination”, ovvero, l’intervento chirurgico in
grado di far tornare la verginità a quella donna che l’abbia persa.
Ma non è tutto, per chi ritiene imbarazzante recarsi
presso i luoghi di cura italiani, è pronto un viaggio, destinazione America del
Sud, dove questi interventi sono divenuti la norma, al punto che dall’Italia,
almeno per quello che ci riguarda, partono veri e propri tour per raggiungere
quella parte del mondo al di là dell’Oceano. Ma ciò che stupisce è
anche il fatto di assistere ad un numero maggiore di interventi del genere non
in regioni ritenute falsamente “bigotte” d’Italia, soprattutto al Sud, ma anche
nelle regioni che più e prima hanno guardato all’emancipazione femminile come
ad un traguardo possibile e raggiungibile. Un esempio, dove si pratica il
maggior numero di interventi è in regioni quali la Lombardia , seguita dal
Veneto, dalla Puglia e dalla Sicilia.
L’intervento chirurgico è abbastanza semplice, in
pratica si tratta di costruire l’imene deflorato durante il primo rapporto
sessuale. In termini tecnici si chiama imenoplastica. La donna a questo punto sembrerà
vergine al suo primo rapporto post intervento. L’intervento operatorio,
eseguito in narcosi, dura una mezz'ora circa e prevede una degenza
limitatissima o se si opta per l’anestesia locale si opera in regime di day Hospital.
Occorre comunque dire, concludendo, che riflussi storici o meno, ad essere
interessati a questo intervento sono in larga parte le donne extracomunitarie
per ovvi motivi loro socio-culturali.
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