Pensiamo
al ruolo importante detenuto dai formaggi quale fonte di calcio, pensiamo
dunque alla caratteristica di questo alimento nel contrasto, soprattutto nelle
donne in menopausa,dell’osteoporosi. Di contro, consideriamo anche il grosso
limite di certi formaggi rappresentato dal contenuto elevato di colesterolo. Di
fronte a questo duplice aspetto del formaggio, utilissimo da una parte,
controindicato dall’altra, soprattutto se consumato in quantità elevata, s’è
mossa ancora una volta la scienza medica.
La
ricerca che è stata condotta e che consentirà di portare sulle nostre tavole un
formaggio più salubre, è tutta made in Italy, grazie al lavoro condotto nel
2009 da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di
Pisa, i quali sono riusciti a creare un formaggio pecorino anticolesterolo, ad
alto contenuto di acido linoleico coniugato (CLA). Tale composto svolge un
ruolo importante nel prevenire le più gravi patologie cardiovascolari.
Ci
riferiamo a Cladis, questo il nome del particolare pecorino anticolesterolo,
che pur mantenendo intatto l’ottimo sapore, si caratterizza per il nuovo ruolo
giocato all’interno della sana alimentazione. Per giungere alla realizzazione
di detto formaggio, si sono usate pecore che sono state alimentate con un mangime
caratterizzato da un alto contenuto di semi di lino estrusi.
Siamo
in atto in un importante momento della sperimentazione di questo formaggio che
verrà continuata dai
ricercatori del Policlinico di Abano Terme-Fondazione Leonardo; il test che
avrà la durata di trenta mesi, coinvolgerà una popolazione di 100 donne over 60
con sindrome metabolica, per le quali il beneficio potenziale dall’assunzione
di questo particolare formaggio diventa doppio: prevenzione nei confronti delle
malattie cardiovascolari e dell'osteoporosi. I risultati pratici cui si andrà
incontro deriveranno dal consumo di questo formaggio capace da una parte di
normalizzare il tasso di colesterolo del sangue e dall’altra di apportare
quella quantità di calcio necessaria nel contrasto dell’osteoporosi.
“Il ruolo dei grassi nella dieta rappresenta
un punto molto controverso: alcuni di essi sono considerati fattori di rischio
cardiovascolare, mentre altri sono indispensabili per garantire l’apporto
calorico per l’organismo, la funzione strutturale per le cellule ed altri
importanti effetti biologici. Il confine tra nutrizionalmente utile e nocivo
dipende – spiega il prof. Gaetano Crepaldi, presidente del Comitato scientifico
della Fondazione Leonardo - dalla quantità e dal tipo di grasso assunto con la
dieta”.
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