Si chiama
mesotelioma ed è uno dei più gravi tumori dipendenti dal contatto diretto e
continuo con l’amianto. Proprio la consapevolezza che tale materiale è in grado
di dare origine alla gravissima neoplasia, ha fatto si che ovunque vi sia
presenza di tale materiale, lo stesso venga al più presto allontanato. A rendere
ancora più insidioso l’amianto è anche la possibilità di contaminarsi con le
polveri di questo metallo ed il tumore cui il soggetto sottoposto all’azione di
tale materiale va incontro è ritenuto
oggi fra i più terribili in assoluto.
Tuttavia
la buona notizia è rappresentata dal fatto che pare profilarsi all’orizonte la
possibilità che dal mesotelioma, fin’adesso considerato una delle neoplasie a
più alta aggressività e per questo incurabili, si possa guarire con un vaccino. Siamo
ancora nell’ambito della sperimentazione, visto che ci riferiamo ad uno studio
svolto su dieci pazienti olandesi che avrebbe dato incoraggianti risultati
immediatamente pubblicati sull’ American Journal of Respiratory and Critical
Care Medicine.
L’inedito
vaccino conta sulla possibilità offerta da alcune cellule, definite dendritiche
che, pur non svolgendo attività fagocitarla e dunque non possedendo la capacità
di inglobare agenti estranei, batteri compresi, detengono invece un’altra
caratteristica, quella di distruggere eventuali agenti che attentino
all’integrità di tessuti e organi quali, pelle, polmoni, stomaco ed intestino. Secondo
il lavoro svolto dagli scienziati olandesi, formando un complesso costituito da
tali cellule ed un antigene tumorale, è possibile provocare nell’organismo
malato di mesotelioma una risposta immunitaria tale da farci sperare in una
remissione dei sintomi. A ciò sarebbero giunti i ricercatori dell’Erasmus
Medical Center di Rotterdam che hanno inoculato tale vaccino nella popolazione
di pazienti che si erano sottoposti allo studio, col risultato che si è giunti
ad un declino del tumore in almeno un caso su tre, a poca distanza dal primo trattamento
farmacologico.
La
ricerca sarà ancora lunga e laboriosa e durerà anni, prima di poter gridare “al miracol “, una cosa è però certa, al di là degli iniziali benefici
riscontrati nei pazienti, non si sarebbero osservati, almeno fino adesso, effetti
collaterali ritenuti dai ricercatori di particolare rilievo e questo è sicuramente
un buon segno!
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RispondiEliminatoo its qualty contеnts.