L’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato
l’autorizzazione all’impiego di una nuova sostanza farmacologica, quale di
fatto è l’Afamelatonide, un farmaco che risulterà efficace per la cura della Protopotfiria
Eritropoietica (EPP), una malattia ereditaria ritenuta rara. A produrre il farmaco sarà l’azienda
farmaceutica australiana Clinuvel che ha ottenuto il benestare all’impiego
della sostanza in Italia con largo anticipo rispetto al resto d’Europa e alla
stessa America. Ma cos’è la Protoporfiria
Eritroietica?
Come detto ci riferiamo ad una malattia rara ereditaria
che si verifica a causa della mancanza di un enzima la cui assenza provoca una
caratteristica colorazione rossa della pelle del soggetto malato. Parliamo di
una patologia che coinvolge non meno di 150 mila pazienti in tutta Europa e che
dunque, sia pure rara, si presenta con una certa frequenza e che conosciamo da
almeno mezzo secolo, anche se fino adesso le cure per questo tipo di patologie erano
per lo più attuate con farmaci sintomatici o quasi. La causa della colorazione
rossa della pelle dell’individuo malato sta nella iperproduzione da parte del
midollo osseo della protoporfirina, un composto chimico che di norma si lega a
diversi metalli come il ferro ma che nel
caso della malattia in questione, la mancanza dell’enzima ferrochelatasi
(FECH) che non può legare al meglio il ferro, determina l’accumulo della
sostanza in circolo che
si va a depositare in organi importanti come, appunto la pelle, ma anche il
fegato, in qualche caso.
Quando la sostanza si accumula a livello
della pelle, a contatto dell’azione diretta dei raggi solari, questa va
incontro a reazioni che determinano nel soggetto bruciore, prurito, rossore
acceso, fino a danneggiamenti dei vasi sanguigni sottostanti che possono
giungere a lievi sanguinamenti con la conseguenza di creare dei piccoli ematomi
duri laddove si sia verificato il danno. Il problema per il malato è aggravato
dal fatto che, a differenza di quanto avviene con le normali scottature solari
per lo più estive, il paziente affetto da Protoporfiria Eritroietica manifesta
l’aggravarsi della malattia anche quando l’esposizione alla luce del sole sia
filtrata da vetri e finestre.
L’afamelanotide, ricaviamo della scheda tecnica
del farmaco, agisce
attivando la melanina, il pigmento cutaneo che funge da barriera tra la luce e
le cellule cutanee. Ad oggi, le prove cliniche del farmaco ne hanno dimostrato
la sicurezza, nonché la sua capacità di ridurre la frequenza e la gravità delle
reazioni nei pazienti affetti da EPP. Tale farmaco non esclude l’attuale terapia a base
di sostanze antistaminiche, betacarotene e fototerapia, comprese quelle
indicazioni di massima che i medici riservano ai pazienti e che prevedono un
abbigliamento per lo più attillato, compreso l’utilizzo di guanti anche durante
la guida di auto, in grado di proteggere al meglio la pelle dall’azione dei
raggi solari.
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