Possiamo dire che oggi la maternità possa
considerasi una priorità fra le esigenze di una coppia, possiamo ancora
ritenere che in Italia fra le politiche per la famiglia che i vari Governi
attuano, la maternità occupa quel posto che forse meriterebbe o dobbiamo invece
considerare l’esigenza per una donna di diventare mamma troppo mediata con
problematiche afferenti alla vita quotidiana, alle condizioni sociali della
donna e all’ambiente in cui vive?
L’incontro tenutosi a Roma sul tema “La tutela della maternità nell’Italia del Terzo Millennio“ ci palesa una situazione ben diversa rispetto a quelle che dovrebbero essere le legittime istanze di una donna fertile e che invece collidono con le esigenze di una Società che rischia di mettere la maternità fra le ultime priorità della donna moderna, con tutte le conseguenze peggiori che tutto ciò determina.
Non è un caso infatti che su cento donne
fertili, almeno 34 decide e riesce ad avere un figlio dopo i 35 anni, un dato
questo ben lontano rispetto al passato e che per di più si aggrava o in parte
si giustifica anche con un altro inquietante aspetto cui si imbatte la donna,
l’aumento delle coppie infertili, ben 50 mila ogni anno con punte del 15% , al
punto da considerare del tutto normale l’altro dato che emerge, ovvero, quello
che indica come sei donne su 100, nonostante tutti i tentativi intrapresi,
affrontano la prima gravidanza non prima dei 39 anni; nei primi anni del
novecento la stessa età era ritenuta addirittura tarda ai fini di una
gravidanza!
Se, indipendentemente da fattori economici
e sociali all’interno della coppia, si palesa un dato del genere, i ginecologi
e gli ostetrici romani riunitisi in congresso addebitano parte della
responsabilità alla totale assenza della prevenzione in ordine alla salute
dell’apparato riproduttivo, soprattutto femminile che ben si rapporta con
l’elevatissimo numero di coppie infertili.
Ma a tutto ciò si aggiunge la constatazione
dello spostamento in avanti dell’età della prima gravidanza a causa di
problematiche annesse alle difficoltà economiche cui si imbattono oggi le nuove
coppie aggravato dalla precarietà del lavoro e dalla difficoltà che incontrano
oggi le donne non sempre nella possibilità di conciliare l’esigenza di
mantenere il lavoro, quando c’è, con la famiglia e, spesso, con la carriera.
Il risultato di tale situazione è sotto gli
occhi di tutti, una natalità in Italia che fino a qualche tempo fa aveva
toccato i minimi storici e a poco serve sapere che si assiste ad un lieve
aumento delle nascite in Italia, visto che i fiocchi azzurri e rosa sono più
dipendenti dalla presenza delle donne extracomunitarie che dalle donne
italiane, insomma, come dire che di fronte al problema della maternità nel
nostro Paese, nulla si è fatto in passato e nulla si sta facendo ancora adesso. La speranza resta sempre
quella, ovvero il sostegno della donna, della famiglia, dei nuclei numerosi e
di quelle fasce di popolazione che vivono nel disagio; «La
donna deve essere sostenuta a 360 gradi - sintetizza Roberto Angioli, Ordinario
di ginecologia e ostetricia - non solo nei mesi a ridosso del parto». Bisognerebbe puntare anche sulla prevenzione della
sterilità attraverso l'educazione delle giovani generazioni. Non basta,
infatti, «demandare alla scuola l'educazione sessuale
- sottolinea Donatella Caserta, ordinario di Scienze ginecologiche,
Perinatologia e Puericultura dell'Università La Sapienza - perchè in
molti casi comportamenti corretti e diagnosi precoci di malattie come
l'endometriosi permetterebbero di evitare l'infertilità da adulti».
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