lunedì 11 febbraio 2013

Osteoporosi: addio con questo farmaco

Potranno presto dire addio all'osteoporosi le donne in menopausa, condizione questa che espone il sesso femminile alla perdita graduale ma irreversibile di calcio esponendola a tutta una serie di problematiche, fratture in primis, che in molti casi possono persino mettere a rischio la vita della stessa paziente. A dire basta all'osteoporosi provvederebbe un nuovo farmaco biologico, stiamo parlando del Denosumab. E, a proposito di farmaci biologici, occorre una precisazione, i “biologici” non sono prodotti naturali, semmai molecole trattate in laboratorio con sofisticate tecniche dove si interviene su una proteina che si ricombina intervenendo sul suo DNA, in modo da agire  su un anticorpo riprogrammandolo così da  indirizzarlo verso un bersaglio già individuato al fine di  poterlo colpire in modo “intelligente” risparmiando le altre cellule sane.

--> Detto ciò, apprendiamo che il Denosumab parrebbe detenere tute quelle caratteristiche necessarie per farne un farmaco biologico davvero versatile e attivo, al punto che ha ricevuto l'autorizzazione da parte della Commissione Europea al fine dell'utilizzo comune, considerato che parliamo di una molecola che previene la perdita ossea e, stando così le cose, la sostanza farmacologica potrebbe essere usata non solo nel trattamento dell'osteoporosi menopausale, ma anche nel trattamento di quei pazienti maschi affetti da carcinoma prostatico in cura con ormoni.

L'autorizzazione appena ricevuta per l'impiego del Denosumab ha esteso l'uso  del farmaco anche in altri Paesi europei prima non autorizzati per l'uso del farmaco, parliamo della Norvegia e dal Liechtensteine seguita da 27 Paesi della Comunità. Secondo Will Dere, vice presidente senior e Chief Medical Officer Internazionale di Amgen, ”l’approvazione europea di denosumab rappresenta un grande passo avanti della medicina, per i pazienti affetti da patologie caratterizzate da perdita ossea, in particolare, siamo convinti che si ponga come un importante alternativa ai trattamenti attualmente disponibili.”

Per quanto attiene la somministrazione del farmaco ricordiamo che è possibile curarsi con sole due iniezioni all'anno, sufficienti per tenere a bada la patologia.
 
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