Sono stati
salutati come l'ultima frontiera di farmaci capaci di curare l'osteoporosi
della donna in menopausa, stiamo parlando dei bifosfonati, al punto che tali
sostanze farmacologiche sembrano oggi molecole imprescindibili per la paziente
affetta da osteoporosi. Eppure, nonostante il successo di tali farmaci, non è
possibile escludere che, in certi casi, tali molecole non nascondano insidie a
livello dell'apparato digerente di chi li assume. Gli
eventuali danni che i bifosfonati sarebbero in grado di arrecare nel paziente,
sono di natura erosiva della parete gastrointestinale, alla stregua di quanto
di fatto a volte arrecato dagli stessi
Fans, in assenza di gastroprotezione.
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Lo direbbe un gruppo di ricercatori della Roche di Nutley
negli Stati Uniti che hanno riferito che nelle donne in menopausa che assumevano bifosfonati per contrastare
l’osteoporosi, si siano verificati sporadici episodi di irritazione del tratto
intestinale che ha comportato la sospensione della cura. Tali effetti
collaterali erano più gravi se al paziente erano consigliate somministrazioni
frequenti di bifosfonati. Per giungere a tale
risultato i ricercatori hanno osservato gli eventuali disturbi entro tre mesi
dal trattamento con tali farmaci al punto di poter dimostrare che su 8.608 pazienti, 45 di essi in cura con Ibandronato assunto mensilmente e 79 di quelli che
ricevevano bifosfonati una volta alla settimana, sono andati incontro ai
fenomeni avversi rappresentati da grave sanguinamento gastrico con o senza perforazione.
Minori effetti avversi si sono invece osservati in quei
pazienti che assumevano Ibandronato rispetto a quelli con
bifosonati, visto che l’eventualità di un evento gastrico e stato ridotto del
36% con il primo principio attivo piuttosto che col secondo. La conclusione cui
si è giunti avrebbe convinto i ricercatori che i bifosfonati presentano una maggiore
gastrolesività rispetto all’Ibandronato ed inoltre, i pazienti riceventi
trattamento settimanale con bifosfonati avevano una maggiore probabilità di
interrompere la terapia dopo un grave evento gastrointestinale. Si tratta a
questo punto di capire se, alla luce di tali risultati, esistano le indicazioni
per prevedere anche nei soggetti in cura con farmaci contro l'osteoporosi, fra
quelli citati, l'eventualità di
aggiungere al trattamento nfarmacologico anche eventuali gastroprotettori, come
di fatto avviene in coloro che assumono farmaci antinfiammatori non steroidei.
(Xagena)
Blumentals WA et al, Ann Pharmacother 2009; 43: 577-585
Endo2009 Farma2009 Gastro2009
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