mercoledì 20 febbraio 2013

Pecorino anticolesterolo: sulle nostre tavole


Pensiamo al ruolo importante detenuto dai formaggi quale fonte di calcio, pensiamo dunque alla caratteristica di questo alimento nel contrasto, soprattutto nelle donne in menopausa, dell’osteoporosi. Di contro, consideriamo anche il grosso limite di certi formaggi rappresentato dal contenuto elevato di colesterolo. Di fronte a questo duplice aspetto del formaggio, utilissimo da una parte, controindicato dall’altra, soprattutto se consumato in quantità elevata, s’è mossa ancora una volta la scienza medica.

E' stato fatto uno studio infatti volto a stabilire la possibilità di portare sulle nostre tavole un formaggio più salubre. Tale lavoro scientifico è tutto made in Italy, grazie al lavoro condotto nel 2009 da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, i quali sono riusciti a creare un formaggio pecorino anticolesterolo, ad alto contenuto di acido linoleico coniugato (CLA). Tale composto svolge un ruolo importante nel prevenire le più gravi patologie cardiovascolari.

Ci riferiamo a Cladis, questo il nome del particolare pecorino anticolesterolo, che pur mantenendo intatto l’ottimo sapore, si caratterizza per il nuovo ruolo giocato all’interno della sana alimentazione. Per giungere alla realizzazione di detto formaggio, si sono usate pecore che sono state alimentate con un mangime caratterizzato da un alto contenuto di semi di lino estrusi.
Siamo in atto in un importante momento della sperimentazione di questo formaggio che verrà continuata dai ricercatori del Policlinico di Abano Terme-Fondazione Leonardo; il test che avrà la durata di trenta mesi, coinvolgerà una popolazione di 100 donne over 60 con sindrome metabolica, per le quali il beneficio potenziale dall’assunzione di questo particolare formaggio diventa doppio: prevenzione nei confronti delle malattie cardiovascolari e dell'osteoporosi. I risultati pratici cui si andrà incontro deriveranno dal consumo di questo formaggio capace da una parte di normalizzare il tasso di colesterolo del sangue e dall’altra di apportare quella quantità di calcio necessaria nel contrasto dell’osteoporosi.

 “Il ruolo dei grassi nella dieta rappresenta un punto molto controverso: alcuni di essi sono considerati fattori di rischio cardiovascolare, mentre altri sono indispensabili per garantire l’apporto calorico per l’organismo, la funzione strutturale per le cellule ed altri importanti effetti biologici. Il confine tra nutrizionalmente utile e nocivo dipende – spiega il prof. Gaetano Crepaldi, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Leonardo - dalla quantità e dal tipo di grasso assunto con la dieta”.


Fonte: Consumatori.it

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