Si sa che l’aneurisma cerebrale non
può inquadrarsi all’interno di una patologia specifica, semmai come risposta a
tutta una serie di condizioni cliniche che evolvono nella maniera peggiore con
la rottura di un vaso cerebrale e con le conseguenze che tale evento drammatico
può comportare. Ci riferiamo ad una condizione clinica quasi sempre molto
grave, pericolosa e spesso persino fatale che può presentarsi in tutta la sua
tragicità a qualsiasi età, nei due sessi e, generalmente, all’interno di
qualsiasi condizione ambientale in persone in apparente buono stato di salute. La
medicina oggi non è in grado di prevenire tale condizione, però negli ultimi
anni si sono affinate le tecniche chirurgiche atte a rimediare il danno quando
questi non sia tanto avanzato al punto da rischiare di uccidere il paziente.
Vediamo di che si tratta.
La tecnica più attuata per ridurre
l’ematoma causato da un aneurisma cerebrale era quella atta a ridurre l’accumulo
di sangue che comprimeva il distretto
cerebrale interessato dall’evento. L’azione del chirurgo inoltre era pure volta
a suturare il vaso dal quale era partita l’emorragia così come altre volte si è
preferito aspettare che l’edema, se non di grosse dimensioni, si potesse
assorbire spontaneamente non dopo che esso stesso avesse frenato l’emorragia grazie
alla compressione generata dall’accumulo di sangue.
Tutte situazioni da
valutarsi caso per caso tenendo sempre di vista il benessere del paziente e
monitorando quei parametri vitali in grado di palesarci l’eventuale prognosi
cui il malato vada incontro nel tempo. Bisogna anche
sottolineare un altro aspetto di questa condizione patologica che tiene
conto del fatto che non tutti gli eventi caratterizzati da un aneurisma
cerebrale evolvono con una prognosi infausta per il paziente o con tutta una serie
di complicazioni che minano del tutto o quasi la qualità della vita della
persona che sia andata incontro a tale evento.
Al di là di tutto però, si è
fatta strada una tecnica sperimentata qualche anno fa al Centro di Radiologia
Vascolare ed Interventistica dell’ospedale civile di Pescara diretto da Andrea
Toppetti che tratta un evento del genere con una metodica mini invasiva
definita “embolizzazione”. Tale metodica è già stata applicata a dei pazienti
che hanno superato la fase acuta e si sono ristabiliti, pur se nei limiti dei
danni che l’aneurisma aveva già provocato. Tale procedura consiste nell’inserimento
dall’inguine fino all’arteria femorale di un sondino che viene
fatto risalire fino all’arteria cerebrale sede dell’aneurisma, qui viene
clampato con particolari accorgimenti che ne agevolano la sutura dell’arteria ottenendo
di fatto l’arresto dell’emorragia.
Il tutto eseguito in anestesia generale. Tale metodica è vista come risolutiva
non soltanto nella riparazione del danno venutosi a creare, ma risponde meglio alle esigenze
del paziente in quanto più rapida e sicuramente meno stressante da un punto di
vista terapeutico per un paziente che sia andato incontro ad un evento che ha
già minato, per la sua gravità, le condizioni del malato.
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RispondiEliminawant to see. Progressive Landscape Views - Beyond the
Colonial Era Attitudes towards black African artists and their utilization of oil
in landscape and wildlife paintings was often punitive or
criticised, there was clearly an over-all want to keep the native artist .
One rule of graphic identity programs is always that institutions must have
their logos standardized; if an institution doesn't standardize logo marks,
the population can have a hard time recognizing the logos and just what it represents.