Forse è il prezzo che dobbiamo
cominciare a pagare di fronte ai rapidi mutamenti della nostra moderna Società,
ovvero, assistere ad una diminuzione della natalità per diversi fattori che
riguardano il nostro modo di vivere attuale. Uno dei fattori che maggiormente
incidono nel più ridotto numeri di nascite di bambini è dato dall’età sempre
più alta della donna quando questa si decide a diventare mamma. Non prima di 39
anni ed oltre, fatto che riguarda il 34% della popolazione femminile. Il
risultato è un aumento della infertilità che è pari a quest’età ad oltre 50
mila coppie non fertili all’anno.
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Tali inquietanti dati emergono da un incontro che ginecologi è ostetrici hanno tenuto in occasione di un convegno volto a
stigmatizzare i cambiamenti avvenuti nella donna moderna, anche se per l’uomo
non cambiamolto. “L’età media della prima gravidanza si è spostata in avanti
per problemi di ordine economico legati sia alla precarietà del lavoro, sia
alle difficoltà di conciliare famiglia e carriera - spiega Roberto Angioli,
ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma
- anche se il tasso di natalità, dopo aver toccato i minimi storici, sta
riprendendo, sulla spinta anche delle donne immigrate”. Ma del resto non
potrebbe verificarsi realtà differente se consideriamo la poca attenzione da
parte dello Stato verso le politiche a favore della famiglia a partire dalla
poca attenzione delle Istituzione nei confronti della donna che dovrebbe essere
seguita non solo in concomitanza del parto e nei primi mesi di vita del
neonato, ma anche dopo, ma come? Se non esiste neanche un numero di asili nidi
adeguato, ed è carente anche l’ impegno volto al sostegno della madre, comprese
tutte quelle azioni di prevenzione sanitaria che l’attuale grave crisi
economica del Paese ha finito per trascurare del tutto.
Non basta, infatti, “demandare alla scuola l’educazione sessuale - sottolinea
Donatella Caserta, ordinario di Scienze ginecologiche, Perinatologia e
Puericultura dell’Università La Sapienza - perché in molti casi comportamenti
corretti e diagnosi precoci di malattie come l’endometriosi permetterebbero di
evitare l’infertilità da adulti”. E si potrebbe iniziare, conclude, “dai
consultori, visto che meno di un terzo di quelli esistenti - nel Lazio, ad
esempio, solo 46 su 164 - hanno sezioni espressamente dedicate ai ragazzi”.
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