La gravidanza in
alcuni soggetti predisposti apre la strada, sei volte su dieci, ad una
patologia ascrivibile alle malattie da raffreddamento che pur non avendo una
causa riconducibile a questo tipo di affezione ne replica molto i sintomi. Parliamo
della rinite ed in particolare della rinite gravidica.
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Si tratta di capire
per quale ragione donne sane che per nessun
motivo dovrebbero accusare una patologia dell’apparato respiratorio finiscono
invece per lamentarne i sintomi. La risposta sta tutta nell’esagerata risposta
ormonale che le donne affette dal problema risentono, ovvero, dal ruolo rivestito
da ormoni quali gli estrogeni ed il progesterone in questi individui. L’effetto
di queste sostanze immesse abbondantemente in circolo sul tappeto nasale
causano ipersecrezione e congestione accompagnata da gonfiore a carico dei
turbinati, ovvero quel complesso sistema osseo-cartilagineo che è presente
nella cavità nasale con sintomi sovrapponibili a quelli che si hanno a causa di
un raffreddore.
Il tutto viene meno subito dopo il parto, infatti tale evento
determina la fine di tutti i sintomi.
Potrebbe tuttavia accadere che una donna
su cento continui ad avvertire i fastidi della rinite anche nel post parto ed
in particolar modo durante l’allattamento. In questo caso siamo in presenza di
un evento che ha assunto proporzioni importanti che devono essere affrontati
con l’aiuto dello specialista otorinolaringoiatra e dello stesso ginecologo.
Quando la rinite gravidica si presenta in forma leggera, il medico può decidere
di affrontarla con la prescrizione di farmaci quali gli spray nasali, aggiunto
agli antistaminici da assumersi per via sistemica, mentre l’intervento chirurgico
è circoscritto all’interno di una casistica bassa laddove la patologia sia
divenuta irreversibile.
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