Ben sappiamo come siano
gravi le malattie autoimmuni, solo per citarne due, ricordiamo la sclerosi multipla e l’artrite reumatoide, ma ne esistono tante altre. Sappiamo anche che
oggi la medicina è meno impreparata di un tempo per fronteggiare queste gravi
patologie, basti pensare all’avvento dei farmaci biologici che di fatto hanno
reso queste malattie curabili molto più di un tempo. Quello che forse non
sappiamo ancora, ma che adesso apprendiamo, è il ruolo che l’alimentazione riveste
nelle malattie autoimmuni, secondo uno studio scientifico condotto da Vijay Kuchroo della
Harvard Medical School su un gruppo di topi di laboratorio.
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Tuttavia
occorre precisare che l’evidenza di quanto accaduto sui topi non è detto che
sia del tutto realizzabile in umana, anche se procedendo negli studi si spera
di replicare tutto anche nell’uomo. Secondo gli esperimenti fin adesso condotti
si sarebbe assistito ad un peggioramento della malattia autoimmune laddove la
dieta seguita dal malato era eccessivamente salata. Interessante anche notare
che tale esacerbazione delle patologie autoimmuni non sono solo dipendenti
dalla quantità di sale assunto dai pazienti ma, come afferma Kuchroo, “Il
sale non ha fatto altro che rendere la risposta immunitaria più potente e
rapida” . Un po’ come quando, in presenza anche solo di una piccola
scintilla, l’alcol fa scatenare il fuoco. E prosegue: “Se è vero che
gli organismi hanno una propria mappa genetica, e che ci sono geni specifici
che predispongono l’individuo a essere colpito da una malattia autoimmune, è
vero anche che i fattori ambientali – in questo caso la dieta a
base di sale, potrebbero rivestire un ruolo importante”.
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A
giudicare inoltre dagli studi avanzati, altri fattori irritativi potrebbero
determinare l’aggravamento della patologia, quali ad esempio il fumo,
alcune infezioni e la carenza di vitamina D. Possiamo
dunque concludere che i pazienti affetti da malattie autoimmuni devono privilegiare
una dieta privata del sale come avviene con quei malati che soffrono di severe
forme di ipertensione arteriosa? Fino adesso no, rispondono gli scienziati,
almeno fino a quando non sarà possibile ultimare i lavori scientifici, ma è
utile sapere che in qualche modo esistono fattori esterni che fungono da miccia
per peggiorare certi stati patologici.
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