Gli Stati Uniti
sono dal punto di vista alimentare e degli stili di vita in particolare degli
adolescenti, un pessimo esempio per tutto il resto del mondo. Proprio
oltreoceano, infatti, si assiste più che altrove a regimi alimentari del tutto
scorretti soprattutto da parte degli adolescenti con la conseguenza di verificare,
soprattutto in questa popolazione, condizioni patologiche potenziali quali l’obesità
col seguito di vere e proprie malattie ad essa correlate, a partire dall’ipertensionearteriosa, diabete, ipercolesterolemia, infarti e ictus. Insomma, se è noto che
obesità e scarso esercizio fisico aprono la strada da adulti alle malattie sopraccitate,
vero è anche che l’intervento su questi stili di vita potrebbe essere
risolutore nella prevenzione di tutti quegli stati patologici insorti da
adulti, soprattutto nella mezza età.
A questo risultato è giunto uno studio
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pubblicato su Circulation e coordinato da Donald Lloyd-Jones, direttore del Dipartimento di
medicina preventiva alla Northwestern University di Chicago, Illinois.
«Se un adulto
arriva a mezza età con un basso rischio cardiovascolare, è probabile che questo
rimarrà tale per il resto della vita, la quale sarà più lunga di quella di un
adulto che ha sempre avuto un rischio cardiovascolare elevato» sottolinea il
ricercatore. «In altre parole, se il pericolo per il cuore è alto da giovane,
resterà tale anche da adulto e sarà difficile abbassarlo cambiando stile di
vita» aggiunge Lloyd-Jones, spiegando l’obiettivo dello studio: stimare, tra
gli adolescenti statunitensi, la prevalenza dei singoli componenti della salute
cardiovascolare individuati dall’American heart association (Aha) nel 2010. Perseguendo
questo obiettivo entro il 2020 i ricercatori stanno perseguendo una strada
volta alla salvaguardia della salute dei giovani seguendo almeno sette semplici
regole di vita indispensabili alla prevenzione delle malattie che da adulti
interessano i giovani di oggi a partire dal bando del fumo, proseguendo dal
ricorso all’attività fisica, al contrasto dell’obesità, alla restrizione del
regime alimentare perseguendo una dieta varia e congrua, dal contrasto dell’ipercolesterolemia,
dal controllo della pressione e della glicemia. Da 4.673 giovani di età
compresa tra i 12 e i 19 anni, rappresentativi degli oltre 33 milioni di
adolescenti nordamericani, è emerso che meno della metà segue in modo ideale
almeno cinque delle sette regole. In particolare, pochi seguono una dieta sana
e praticano sufficiente attività fisica. Se poi guardiamo ai livelli di
colesterolo scopriamo che se la glicemia nei giovani resta normale a lungo, la
stessa cosa non può dirsi per quanto concerne il tasso di colesterolo che,
silentemente tende ad elevarsi con tutti i danni che ne conseguono. Da
segnalare anche che quasi un terzo degli adolescenti ha un indice di massa
corporea più alto di quanto dovrebbe e per giunta fuma. Viceversa, la pressione
del sangue è quasi sempre entro i limiti. «È essenziale, quindi, far
sapere a tutta la nazione che l’impostazione di uno stile di vita sano nei
primi anni di vita è fondamentale per mantenere una buona salute
cardiovascolare in età avanzata» conclude Lloyd-Jones.
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