E’ una delle peggiori forme di malattie autoimmuni conosciute,
parliamo del Les o Lupus Eritematoso sistemico, una patologia che affligge una
popolazione, soprattutto di donne, abbastanza consistente e contro la quale
negli anni si sono affinate le cure per rendere il Lupus eritematoso quanto
meno aggressivo possibile, mirando sempre di più a guarigione.
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Le terapie per fronteggiare la situazione, atteso che il Lupus crea
veri e propri danni sistemici che in qualche caso attentano la vita stessa del
paziente, sono consistite negli antinfiammatori non steroidei, i fans, associati,
soprattutto nei periodi di recrudescenza della malattia al cortisone, spesso
pure somministrati insieme ai farmaci antimalarici e qualche volta anche a
sostanze antineoplastiche come il METHOTREXATE. Poiché parliamo di
immunosoppressori, tutt’ora usati, questi ultimi, se da un lato “spengono” l’infiammazione,
al pari di quanto avvenga con altre malattie autoimmuni, dall’altro aprono la
strada nell’organismo al rischio di infezioni, a causa delle ridotte difese
immunitarie che questi farmaci inducono. Tuttavia la novità degli ultimi anni
nell’approccio alle malattie autoimmuni, ovviamente lupus compreso, riguarda i
farmaci biologici di cui il belimumab è uno dei più rappresentativi, visto che
parliamo di anticorpi monoclonali il cui meccanismo di azione è a carico dei
linfociti B capaci di produrre anticorpi che per un errore tipico delle malattie
autoimmuni vanno a colpire i tessuti indiscriminatamente ed esageratamente.
Insomma,
l’organismo attacca sé stesso e oggi alla luce dei nuovi sviluppi della
medicina è possibile grazie ai farmaci biologici pensare ad una cura efficace
anche contro il lupus. Sappiamo che tale farmaco è stato approvato dall’Aifa e
come avvenuto con altri farmaci similari, oggi non ci sono più dubbi che la
frontiera contro le malattie autoimmuni e contro molte neoplasie, laddove si
miri a migliorare la prognosi, sia rappresentata proprio dai farmaci biologici.
Tuttavia gli entusiasmi negli ultimi tempi sono smorzati da un’altra
contingenza rappresentata dalla crisi economica. Quanti sono infatti i reparti
di reumatologia che possono permettersi protocolli terapeutici costosissimi con
farmaci biologici di fronte al dissesto globale della Sanità pubblica?
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