Il Morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa
che nelle forme gravi rende ancora più penosa la vita del paziente partecipando
attivamente al suo fine vita ma che oggi potrebbe godere di una delle più
importanti scoperte del mondo scientifico come quelle delle cellule staminali
mesenchimali autologhe.
E’ quanto è stato annunciato da Gianni Pezzoli, direttore del Centro
Parkinson di Milano e presidente della Fondazione Grigioni che finanzierà la
ricerca focalizzata su una rara forma di parkinsonismo, la paralisi
sopranucleare progressiva (Psp) per la quale attualmente non esiste alternativa
terapeutica.
La sperimentazione con tali cellule staminali è
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nella Fase I e
valuterà la sicurezza su 5 pazienti, due dei quali hanno già ricevuto
l'infusione di cellule staminali appositamente preparata della Cell factory del
Policlinico di Milano, laboratorio autorizzato dall'Aifa per questo tipo di
procedure. Ai primi follow up non sono stati riscontrati effetti avversi».
Entro l'estate, con il trattamento di tutti e 5 i pazienti si concluderà la
prima fase, ha spiegato il neurologo, ed entro settembre «seguirà una seconda
fase in doppio cieco con crossover a sei mesi, in cui saranno reclutati 20 pazienti.
La terapia si basa sull'introduzione di queste cellule nell'organismo
attraverso un catetere introdotto nell'arteria femorale e spinto fino alle
arterie che portano al cervello». Lo studio presenta alcune criticità di
valutazione oggettiva dei miglioramenti dei pazienti, per questo motivo, ha
spiegato Ioannis Isaias, neurologo e
ricercatore «verranno monitorati in laboratori di analisi del movimento in cui
si studierà la cinematica e la dinamica del movimento del paziente per
descriverlo e per comprenderne la sua programmazione.
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I dati raccolti saranno
correlati ai risultati dell'elettromiografia e della scintigrafia cerebrale. In
questo modo potremo avere delle valutazioni indipendenti dalla partecipazione
emotiva del soggetto e quindi da un possibile effetto placebo». Secondo gli
esperti, questa sperimentazione clinica apre nuove prospettive al trattamento
di molte altre malattie neurodegenerative in quanto, «da un punto di vista
neuropatologico, sono tra loro molto vicine» e l'auspicio, ha concluso Pezzoli
è di « offrire ai pazienti un'opzione terapeutica in completa sicurezza frenare
un certo turismo sanitario, che coinvolge pazienti affetti da parkinsonismi che
si recano all'estero per sottoporsi a infusioni con cellule staminali di dubbia
provenienza».
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